Skopje 2014, la città cambia faccia ma a caro prezzo

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di Arianna Catti De Gasperi

I turisti che vanno al centro di Skopje, capital dell’attuale Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, faranno grande difficoltà a non notare e rimanere colpiti dalle imponenti strutture dovute al progetto Skopje 2014.

Questo progetto architettonico, promosso dal governo macedone, ed iniziato nel 2010, si riproponeva di costruire nuove opere ispirate all’eredità ottomana e greca della Macedonia. Semplicemente passeggiando per il centro si potranno notare monumenti di bronzo e marmo di imponenti dimensioni, come la statua equestre di Alessandro Magno alta ben 22 metri, la famosa “Porta Macedonia” modellata sul parigino Arco di Trionfo, o la fontana dai colori fluorescenti e la musica strana all’entrata del quartiere turco della città.

Questo progetto, però, ha portato svariate critiche, sia dal punto di vista finanziario che politico. La maggior parte dei macedoni, infatti, si lamentano delle nuove costruzioni, sia per l’estetica pomposa e kitsch, sia per i costi che ha comportato allo Stato. Da un lato vi sono lamentele per il fatto che siano state distrutte parti importanti della cultura macedone: un esempio ne è la piazza principale dove una volta si tenevano concerti pubblici e “festival dell’arte da strada”, mentre ora è occupata dalla figura di Alessandro Magno e la fontana. Dagli stessi macedoni Skopje è ormai definita la “nuova Disneyland”, per la sua architettura forzata e superficiale.

Dall’altro, con un livello di disoccupazione ormai al 40%, molti si chiedono il perché di uno spreco tale di soldi. Un esempio è proprio la statua di Alessandro Magno che inizialmente doveva costare 487.000€, mentre alla fine dei conti è costata più o meno 1.4 milioni di Euro. Il governo macedone ha dichiarato che Skopje 2014 sono stati spesi 208 milioni di euro fino ad ora, ma i critici pongono il prezzo tra i 300 e i 500 milioni. Gli oppositori del progetto danno la colpa dell’alto costo al fatto che non ci sia stata trasparenza nel progetto né nelle gare d’appalto, che dichiarano essere piene di corruzione.

Grazie alle critiche e alle manifestazioni, le elezioni locali del Marzo 2013 hanno visto una svolta improvvisa: il partito al governo (Partito Democratico per l’Unione Nazionale Macedone) ha perso il controllo del municipio centrale della capitale, contro l’Unione Social-Democratica. Il nuovo sindaco, Andrej Zernovski, ha creato una commissione che ha effettivamente comprovato l’esistenza di una corruzione dilagante riguardo al progetto ed ha fermato qualsiasi piano di costruzione futuro. Così ha dichiarato: “Sfortunatamente non si possono cambiare i piani urbani che il precedente governo ha adottato.”

Il progetto Skopje 2014, ha sollevato un polverone non solo per i cittadini della capitale, ma ha anche risollevato antiche ferite aperte con i Paesi europei. La Grecia, infatti, che già non approva il nome ufficiale dello Stato in quanto uguale a quello della regione settentrionale del loro Paese, ha richiamato l’attenzione sul fatto che Alessandro Magno è figura centrale della loro identità nazionale e non macedone.

Purtroppo, la storia dei confini Macedoni è lunga e travagliata e sembra non finire mai. Nel 1912 prima e a termine della seconda guerra mondiale,infatti, l’antica regione macedone è stata suddivisa fra Albania, Serbia, Grecia (che detiene circa il 52% del territorio), Bulgaria e l’attuale Ex Repubblica iugoslava di Macedonia. Oggi la Bulgaria reclama però ben più del territorio concessole. Per dimostrare il suo favore, il governo bulgaro ha anche concesso a molti macedoni la cittadinanza e il passaporto bulgaro, occasione che in molti non si sono fatti sfuggire grazie anche al fattore UE.

Il conflitto fra Macedonia, Grecia e Bulgaria sembra non avere mai termine né inizio e ne è la riprova anche un annuncio pubblicitario sul New York Times del 1992 nel quale si dichiarava a grande voce che “Dal nulla, nel 1944, il leader comunista jugoslavo Tito, sperando di indebolire la Serbia e poter reclamare parte del territorio greco nel futuro, ha dato alla parte sud della Serbia il nome greco Macedonia, riscrivendo inoltre i libri di storia per dichiarare che l’antica Macedonia fosse slava e che la sua popolazione discendesse direttamente da Alessandro Magno”.

Quale sia la verità della situazione non è stata ancora stabilità. Comunque, l’unica certezza che abbiamo è che per motivi politici, finanziari e culturali il popolo macedone è attualmente molto frustrato. L’unica speranza è che, visto il clima “surriscaldato”, degli ultimi anni, in tanti Paesi dell’Unione Europea e in quelli confinanti, non si arrivi ad una situazione tesa come quella che abbiamo visto nelle scorse settimane in Ucraina.

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