Egitto: la storia di Metro e di Magdy, una protesta che continua

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di Alessandra Vitullo

Ancora non è chiaro se lo scrittore-farmacista Magdy El Shafee sia stato rilasciato sotto una cauzione di 1.000 Sterline egiziane, ossia di 110 euro, ma sicuro è che stavolta Magdy non è stato arrestato dagli uomini del regime Mubarak. Venerdì si trovava vicino a piazza  Abdel Moneim Riyad, che per tutto il giorno era stata scenario di scontri tra i sostenitori dei Fratelli musulmani e i loro oppositori, e qui aveva tentato, secondo i legali dell’attivista, di sedare le proteste; al contrario, secondo l’accusa, Magdy, sarebbe stato illegalmente in possesso di armi, avrebbe tentato di uccidere tre agenti di polizia, avrebbe aggredito un pubblico ufficiale, e avrebbe provocato la lesione di strutture pubbliche a private.

Ma la storia di Magdy parte da lontano, precisamente dal 2008, quando nella grafic novel, Metro, sibillino, disegna la protesta che sarebbe scoppiata tre anni dopo in piazza Tahrir. La corruzione, l’ingiustizia e la povertà raffigurate su Metro, sono un vero affronto per il regime di Mubarak, che ordina l’immediato sequestro di tutte le copie del fumetto e l’arresto dell’autore. Magdy viene condannato dal Tribunale di Qasr el Nil, con l’accusa di raffigurato con “immagini immorali personaggi che somigliano a uomini politici realmente esistenti”.

Di seguito vi proponiamo un estratto dell’intervista che due anni fa avevamo realizzato con Chiarastella Campanelli, curatrice della collana Altriarabi, della casa editrice il Sirente, che, nel dicembre 2010, un mese prima dello scoppio delle rivolte nel Maghreb, aveva pubblicato per la prima volta in Italia, oltreché in Europa, la visionaria opera del farmacista egiziano.

Come si è arrivati a Metro e a Magdy el Shafee? In quale periodo e in quale situazione, si trovava l’Egitto in quel momento. Ci sono state difficoltà nel far decollare o nel realizzare il progetto?

Metro viene pubblicato in Egitto nel 2008, nel pieno di quella che è stata chiamata “la rivolta del pane” e delle manifestazioni del movimento “Kiffeya”. Era già un Egitto in fermento, sebbene nel suo piccolo, infatti, alle manifestazioni erano più le forze dell’ordine che i manifestanti. Tuttavia quello che l’Egitto stava mandando era un segnale forte, ricordiamo lo sciopero bianco, ben rappresentato dalla parola kiffeya, che in italiano vuol dire,basta. Proprio nello sciopero del 6 aprile 2008, infatti, nascerà un movimento che diventerà uno dei protagonisti della rivoluzione di quest’anno.

A Metro e a Magdy el Shafee siamo arrivati tramite il nostro traduttore Ernesto Pagano, che al tempo viveva al Cairo. Avevo notato il libro già da qualche tempo, quando Ernesto l’ha proposto in traduzione dall’arabo, siamo stati ben lieti di cogliere l’occasione. Vero è che prima di arrivare nelle nostre mani, la rarissima copia di Metro ha fatto il giro del mondo: il nostro traduttore,infatti, aveva malauguratamente smarrito in viaggio una delle sue ultime copie in circolazione, come si sa infatti, il fumetto era diventato una rarità, poiché era stato ritirato dalle vendite e censurato. Così abbiamo ricontatto Magdy per riuscire ad avere un’altra copia, sfortunatamente ci dise di aver appena inviato l’ultimissima a una dottoranda tedesca, immediatamente cerchiamo di contattare questa ragazza, che finalmente ci spedisce Metro.

Un’altra difficoltà è stato il lavoro di grafica e traduzione: dal punto di vista grafico era la prima volta che ci confrontavamo con le graphic novel, in più era una graphic araba, quindi scritta da destra a sinistra, ciò comportava dei problemi non irrilevanti. Una delle decisioni più difficili è stata quella relativa ai suoni: rumori in metropolitana, telefonini… chiaramente scritti in arabo, che all’interno delle vignette diventavano quasi parte delle immagini, vista la bellezza del carattere arabo.

Finalmente Metro viene pubblicato in Italia: come sono andate le vendite all’uscita e quanto ha influito sulla sua fortuna l’esplosione di piazza Tahrir?

Metro viene pubblicato in Italia nel dicembre 2010, Magdy è venuto in Italia in concomitanza con il lancio del libro a dicembre. Le vendite sono andate discretamente, ma l’esplosione di piazza Tahrir ha dato al libro un clamoroso effetto rebound e abbiamo praticamente ultimato le stampe che avevamo fatto.

 

Clicca per leggere l’intervista integrale 

Una volta scoppiata la rivolta Magdy è stato sempre in prima fila nelle proteste che hanno portato alla caduta di Mubarak e anche in quelle che, durante il periodo di transizione, chiedevano elezioni libere, nel novembre 2011 rimase anche ferito nella manifestazione di Mohamed Mahmoud. È evidente come l’impegno politico di Magdy prosegua ancora oggi, come altrettanto attuale resta la storia raccontata da Metro.

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