Da Rimini a New York e ritorno

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di Eloisa De Felice

Prima nell’infernale girone con Dante poi in opera lirica con Zandonai chissà se Francesca da Polenta lo avrebbe mai creduto. Il suo fervore per il suo Paolo, non è solo una fra le più belle storie d’amore di tutti i tempi, al pari di quella fra Tristano e Isotta, fra Lancillotto e Ginevra o fra Abelardo ed Eloisa, ma è anche espressione di un’incantevole terra, come quella che si snoda fra Rimini e Ravenna. Ma non solo: la sua passione è vivida, ancora oggi! Rivive, infatti, piena e ricca di tutto il suo struggimento, al The Metropolitan Opera di New York e da qui torna a casa, in full HD al cinema, proprio nella città di Rimini.

L’iniziativa, dal titolo Cine Opera Festival coinvolge non solo Rimini, ma anche Riccione, Pesaro, Prato e Tolentino e intende portare nei loro cinema, oltre alla stagione operistica di New York, anche quella dell’Opera National di Parigi, quella della Royal Opera House di Londra e i lavori realizzati presso la nostrana Scala di Milano. Estremamente accessibile ai portafogli, risulta un’occasione veramente unica e imperdibile per iniziare a conoscere e apprezzare un mondo dall’incantevole fascino e complessità, come quello lirico.

Anche se, storicamente, tutti i libretti più famosi sono in lingua italiana, da Verdi a Vivaldi, passando per Puccini, Rossini e Donizetti, solo per citare qualche nome che tutto il mondo ci invidia, in pochissimi sono rimasti gli italiani amanti del genere. Mondo, quello operistico, completamente estraneo ai giovani e distante sia ai mass media sia alla velocità del web. Questa rassegna, invece, fa sorge un dubbio: come abbiamo fatto a dimenticarci chi siamo e la travolgente bellezza che sa regalare
tutto questo?

Un qualcosa di importante ce lo spiega proprio Francesca, quando racconta a Dante come sia stata presa da un “piacer sì forte che, come vedi, ancor non m’abbandona”, mentre Zandonai le fa dire: “prendimi l’anima e riversala” perché aggiunge Paolo: “più non avrà potere sul desiderio il tempo fatto schiavo”. Perché di questo si tratta: la passione è travolgente, nessuno la può controllare, neanche il tempo ed è un qualcosa capace di rigirare l’anima dal di dentro. Quindi, forse, occorrerebbe recuperare un po’ e in modo sano proprio quella capacità, così tipicamente umana, di appassionarsi in modo viscerale e incontrovertibile, seguendo magari proprio l’esempio di Francesca, tra l’altro così egregiamente interpretata dail soprano Eva-Maria Westbrock avrà il ruolo di Francesca e nel cast ci saranno anche Roberto Brubaker, Marcello Giordani e Mark Delavan Eva-Maria Westbrock, con un riferimento, evidentemente, volendo, non solo all’opera.

Una menzione finale va anche a Marcello Giordani, un Paolo Malatesta eccezionale, e a Marco Armiliato che ha diretto in modo impeccabile l’orchestra. Nel cast c’erano anche: Roberto Brubaker e Mark Delavan che hanno egregiamente cantato in lingua italiana. Unica pecca: i sottotitoli. Tagliati e, quindi, non fruibili, hanno costretto il pubblico a seguire per quasi quattro ore con le orecchie tesissime, per non perdere neanche una battuta, che, come si sa, nell’opera risulta un’impresa piuttosto ardua.

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