L’estate di Roma: il Globe Theatre ospita Giulio Cesare con Giorgio Albertazzi

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di Valentina Verdini

In una calda estate di Agosto, in una Roma popolata da turisti e da altrettanti cittadini, va in scena Giulio Cesare. Nella cornice del Silvano Toti Globe Theatre, la tragedia shakespeariana prende di nuovo vita, coinvolgendo gli spettatori in uno degli avvenimenti più importanti della Roma antica.

Giulio Cesare interpretato da Giorgio Albertazzi, per la regia di Daniele Salvo, incanta il pubblico, in gran parte di giovani. Nel cuore di Villa Borghese, l’esperimento della riproduzione del teatro rinascimentale inglese riesce nel suo intento: nato nel 2003 il Silvano Toti Globe Theatre ha ospitato commedie e tragedie elisabettiane, fondendo l’essenzialità delle strutture architettoniche al contesto ambientale e culturale della Roma contemporanea.

Scenografia minimalista, balconate in legno, ragazzi seduti a terra su cuscini di fortuna o affittati al botteghino. È su questi elementi, che gli attori fanno il loro ingresso, corrono tra il pubblico per arrivare sul palco: il Giulio Cesare non è una rappresentazione statica, ma dinamica, coinvolgente. Giorgio Albertazzi non può che essere il maestro della rappresentazione, punto focale attorno cui ruotano i personaggi. Cassio, l’ideatore della cospirazione ai danni del tiranno per sete di giustizia o semplicemente per avidità di potere; Bruto, fedele a Giulio Cesare non si esime dallo sferrare il colpo finale; Calpurnia, la moglie leale sopraffatta dalle funeste premonizioni sul destino del proprio compagno; Marc’Antonio il vero amico del tiranno, il quale mobilita le coscienze dei Romani contro l’assassinio di Cesare, dando inizio ad una cruenta guerra civile.

La capacità di pilotare il pensiero dei cittadini, la parola che diventa un forte strumento di manipolazione, sono i tratti della tragedia shakespeariana che colpiscono il pubblico perché drammaticamente contemporanei. È lo stesso registra Daniele Salvo, a sottolinearne la portata: <<Shakespeare prende in esame un aspetto attualissimo: il controllo del linguaggio. Ovvero: chi controlla l’uso del linguaggio ha in mano le folle, ha in mano il consenso e può cambiare i comportamenti degli altri uomini. Inutile dire che, di questo, nella nostra quotidianità dominata dai “persuasori occulti”, abbiamo continui e tristi esempi. Il grande poeta, in quest’opera, parla dunque al futuro>>.  

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