LONDRA 2012 – Con Batavia le eccellenze del Piemonte arrivano a Londra

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di Pierfrancesco Demilito

L’attenzione di Mediapolitka lo chef Nicola Batavia l’aveva attirata già tempo fa, quando in piena crisi lanciò l’iniziativa delle cene di qualità ma low cost nei suoi ristoranti. Che Batavia fosse un personaggio fuori dal comune lo capimmo leggendo del suo rifiuto della stella Michelin o della lezione di cucina tenuta presso la più importante università islamica del Qatar, una lezione teorico-sociale sulla cultura della tavola, seguita da un nutrito pubblico di studentesse in burqa.

E oggi torniamo a parlare di lui visto che la Nike lo ha scelto come chef del ristorante Nike Vip Lounge, dedicato agli atleti sponsorizzati dal marchio americano che vorranno pranzare nel cuore della City e non nel villaggio olimpico.

Cucinerà per gli atleti di tutto il mondo –  Batavia, torinese doc, porterà a Londra le primizie italiane e in particolare del Piemonte, regione per la quale ormai è di fatto ambasciatore culinario nel mondo.

A Londra con prodotti italiani – Per l’occasione il famoso chef ha dovuto temporaneamente chiudere il suo ristorante torinese, il Birichin, concentrandosi sull’avventura olimpica. Da Londra, Batavia ha stilato un’accurata lista della spesa da inviare in Italia e così la scorsa domenica nella capitale inglese è arrivato un lungo tir carico di bontà provenienti dal nostro Paese. Per il cuoco italiano sono arrivati salumi emiliani di Cavalieri Boschi, 40 forme di gorgonzola, 900 chili di pasta, 300 litri di olio Altavilla, e ovviamente scorte infinite di grissini e gianduiotti.

Il ritorno di Batavia a Londra – Con la città di Londra Batavia ha un rapporto particolare. Ancora diciottenne, con pochi soldi in tasca, si recò nella capitale inglese in cerca di fortuna e di esperienza. Sul suo blog racconta: “La casa era sopra ad un barbiere siciliano, ogni volta che mi vedeva mi raccontava del suo arrivo a Londra. A 18 anni andai a vivere in una stanza condivisa con Nicola, eravamo come due fratelli, mi sembrava tutto normale anche il riscaldamento a gettone, mi ricordo di notti in cui eravamo a -20 ed ogni due ore scendevamo dal letto, congelati per mettere 50 pence nella caldaia onde evitare di congelare…ho un ricordo vivido di quell’esperienza non avevo mai un becco di un quattrino ma ero grintoso, curioso, felice, incasinato”. Oggi, invece, a Londra ci torna da grande chef, non dormirà più in una stanza con la caldaia a gettoni ma gestirà il ristorante di un prestigioso palazzo storico vicino a Regent’s Park che la Nike ha preso in affitto e trasformato in centro ospitalità per i “suoi” atleti. Con Batavia ai fornelli e i prodotti italiani nel piatto siamo sicuri di vincere la medaglia d’oro.

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