Francia, presidenziali 2012: si accende la campagna elettorale
di Alessandra Vitullo
Si entra nel vivo della campagna elettorale. A distanza di soli due mesi dal primo turno della votazioni, l’agenda dei candidati all’Eliseo si riempie di appuntamenti in piazza, a teatro e nei palasport.
Tra i nomi dei candidati: Nathalie Arthaud per Lotta Operaia, Philippe Poutou per il Nuovo Partito Anticapitalista, Jean-Luc Mélenchon per il Front de gauche, Eva Joly per Europe Écologie Les Verts, François Hollande con il Partito socialista, François Byrou per il Mouvement démocrate, Corinne Lepage per Cap21, Dominique de Villepin per République solidaire, Nicolas Sarkozy con l’Union pour un Mouvement Populaire, e Marine Le Pen per il Front National.
Secondo gli ultimi sondaggi, sembrerebbe che il primo turno elettorale, del 22 aprile, vedrà scontrarsi due grandi protagonisti: il partito socialista di François Hollande e l’Ump del presidente uscente Nicola Sarkozy, rispettivamente al 28% e al 27% di preferenze; mentre, per il secondo turno del 6 maggio, risulterebbero decisive le indicazioni di voto che daranno Mélenchon, alla guida del Fronte de Gauche che raccoglie il 9% dell’elettorato, Bayrou che col partito democratico gira intorno al 12% e Marin Le Pen che con il Front National arriva a un sostanzioso 17.5%.
Ma nessuna coalizione può essere data per scontata, nell’ultimo comizio tenuto da Marine Le Pen, a Lille, la leader del Front National non ha nascosto l’ostilità verso l’attuale Presidente, che nello stesso giorno le ha rubato la scena fissando il meeting a Marsiglia. Marine, insieme ai suoi sostenitori, ha tirato fuori un cartellino rosso a significare l’esclusione di Sarkozy dalle presidenziali: “Sarkozy il candidato dei potenti, che con abilità mediatica è diventato il candidato del popolo – e incalza – del popolo degli Champs Elysée”
“Non vedo cosa voglia dire… è una caccia alle streghe”, così si difende Nicolas Sarkozy sulle antenne di RTL. Le nuove misure di austerità, dettate dalla Merkel, sembrano infatti il vero tallone d’Achille della campagna elettorale del Presidente, a tal punto che anche un europeista convinto come Hollande, lo scorso 21 febbraio, ha deciso di lasciarlo solo, astenendosi all’approvazione del Fiscal compact: il piano di stabilità europeo, che entrerà in vigore a luglio. Lavoro, crescita economica, solidarietà vs austerità, istruzione pubblica, sono questi i temi sui quali più insiste la campagna elettorale e per Sarko non sembra facile guadagnarsi credibilità e popolarità seguendo ciecamente i piani anti-crisi merkeliani, a tal punto da essere ribattezzato dalla stampa Merkozy.
Ma il vero cuore della campagna non pulsa a Parigi, bensì nelle sue banlieue da destra a sinistra è qui che le platee si scaldano e si infiammano con il leitmotiv: “voi non siete cittadini di serie B, voi siete il futuro della Francia!”, resta ancora vivido il ricordo della guerriglia urbana scoppiata nel 2005. Qui in particolare è sbarcato il modello di campagna presidenziale americana: cori, magliette, luci, musica, coreografie, striscioni e trombette, i meeting nelle periferie francesi propongono la versione riadattata e occidentalizzata del “yes we can” obamiano e tutti i candidati, con una buona dose di populismo, sembrano saper cavalcare l’onda.