Monti a Londra. La reazione della stampa inglese

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di Laura Guadalupi

Nella fitta agenda europea del Presidente del Consiglio Mario Monti il 18 gennaio è stato il giorno che ha segnato un’importante tappa per il futuro economico-finanziario dell’Italia, per le relazioni bilaterali con la Gran Bretagna e per parlare di Europa dopo lo “strappo” sul fiscal compact dello scorso 9 dicembre. Obiettivo dichiarato dello sbarco Oltremanica: convincere i mercati della solidità del Belpaese, tentativo che gli investitori del London Stock Exchange presenti all’incontro a porte chiuse sembrano aver apprezzato. La selezionata platea ha applaudito Monti, che ha illustrato le riforme strutturali messe a punto dal governo e le azioni pronte da compiere, soprattutto in termini di liberalizzazioni.
All’incontro nella City è seguito l’appuntamento più emozionante per il Professore, con gli studenti della London School of Economics, di fronte ai quali si è addirittura commosso. Nel rimarcare la sua fiducia in un esito positivo della crisi dell’Eurozona, Monti ha affermato al contempo la necessità di avere un migliore sistema di governance nella stessa Eurozona.

Di Europa si è parlato alcune ore prima anche a Downing Street, dove Monti ha incontrato il suo corrispettivo inglese, David Cameron, sull’intenzione di lavorare insieme per un mercato unico europeo solido e credibile, strumento di crescita economica. «Monti è un leader forte», ha affermato con stima Cameron. Un leader che anche in questa occasione ha ribadito il suo parere contrario alle richieste del Premier britannico di ottenere privilegi per la City già avanzate il mese scorso in cambio dell’adesione al Trattato sulla disciplina di bilancio.

LA STAMPA BRITANNICA – Stando a quanto riporta l’Economist, l’ex Professore di economia dai modi calmi e composti è visto come una rarità, un “italiano liberal-economico” che potrebbe costruire dei ponti verso l’isolato Cameron nell’intento, già dichiarato, di coinvolgere i britannici il più possibile in Europa. In merito alle azioni che il governo italiano dovrà intraprendere nelle prossime settimane, a Monti vengono riconosciuti almeno due pregi: l’esperienza di Bruxelles in primis e il fatto che il suo governo non è obbligato a nessuna fazione politica né a interessi di parte. Tre giorni dopo la visita del Presidente del Consiglio a Londra è sempre l’Economist che lo saluta come «un bravo professore a Roma», e poi ancora come colui che «ha riportato il buon nome dell’Italia in Europa».

Il Guardian si concentra invece sulla questione sollevata da una giornalista durante la conferenza stampa, ribadendo quanto detto da Monti, cioè che i contribuenti britannici non pagheranno un solo penny per l’Italia.

E sulle liberalizzazioni? Anche qui l’attenzione dei media è alta, con la BBC che neanche un’ora dopo l’approvazione del pacchetto di riforme già riporta le nuove misure del governo, parla degli investimenti per le infrastrutture, ma anche della rabbia dei sindacati delle categorie professionali coinvolte, tra cui i taxisti. L’agenzia Reuters invece dedica un articolo di analisi corredato da interviste ad alcuni farmacisti.

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