Camera, Cosentino: Pdl, Radicali e alcuni leghisti votano “no” all’arresto

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 di Lucia Varasano

La Camera, con voto a scrutinio segreto, ha respinto la richiesta d’ arresto avanzata dal GIP Raffaele Piccirillo nei confronti di Nicola Cosentino, deputato e coordinatore dimissionario del Pdl Campania indagato per presunti rapporti con la camorra. Sono in 309 i deputati che si sono espressi contro l’ arresto, a favore 298.

Se nella votazione di martedì – conclusasi con il sì della Giunta sulle Autorizzazioni a procedere all’ arresto – era stato determinante il voto espresso dalla Lega, oggi l’ opera opposta di salvataggio si è compiuta grazie ai 6 voti determinanti dei radicali. Una notizia che era nell’ aria già da qualche giorno, mentre si pregava l’ Aula di correggere un “errore” commesso dalla Giunta, e la richiesta d’ arresto passava come il frutto di un obiettivo di fumus persecutionis. Interpretazione, quest’ultima, sostenuta anche da uno dei deputati della delegazione radicale eletta nel Pd, Maurizio Turci.

Cosentino – a cui spetta il merito di aver riportato la provincia di Napoli al centrodestra dopo 15 anni di centrosinistra – si è dimesso irrevocabilmente da coordinatore del Pdl in Campania. Su di lui pendono due richieste di custodia cautelare in carcere, per concorso esterno in associazione camorristica e per concorso in falso, ricettazione e violazione delle leggi bancarie. Attorno a lui i partiti si spaccano, lo scontro tra politica e giustizia si fa più caldo, il Pdl implode, la Lega si divide, Berlusconi sembra pronto a tutto.

La vicenda è diventata un boomerang per il Pdl fermo sulla sua linea anti-consenso, bocciata da Bocchino – che del caso Cosentino ne fece una battaglia interna al partito che gli costò la cacciata in quanto colpevole di “aver posto in tempi non sospetti il caso Cosentino”-  dalla sconfitta alle regionali campane del 2010, da Angelino Alfano sul punto di commissariare il partito in Campania e farlo rinascere dalle sue stesse ceneri come forza politica senza ombre di illegalità. Una conta anche interna alla Lega. Se Maroni, infatti, è rimasto fermo sostenitore dell’ arresto, a correggere il tiro messo a segno martedì dalla Giunta, è intervenuto l’ esponente del Carroccio Umberto Bossi, che ha deciso di non partecipare al voto e fare appello alla libertà di coscienza.

Una coscienza che sembra assopita anche di fronte a 1171 pagine, trasmesse alla camera dal GIP Pilla il 6 dicembre 2011 – DOC IV n. 26 – , tutto nero su bianco e sottolineato, intercettazioni, dichiarazioni dei pentiti, che mostrano evidenti collisioni con i clan camorristici tali da richiedere la custodia cautelare in carcere, giudicando Cosentino quale individuo che le carte dicono “socialmente pericoloso”. Tutto da accertare, ma se la presunzione d’ innocenza è un diritto sacrosanto, l’ aspetto etico è un dovere a cui dovrebbero sottostare tutti i partiti, senza proteggere dietro lo scudo delle autorizzazioni parlamentari i propri esponenti.

Ne è convinta anche Luisa Bossa, Pd componente della Commissione Antimafia: “la politica non può e non deve arrivare dopo la magistratura, deve fare una selezione della classe dirigente e quando è il momento deve saper fare un passo indietro” […]  “c’è una sorta di tabula rasa tra i partiti che fingono di non vedere e il partito avrebbe dovuto intervenire ed è evidente, che è una questione di opportunità politica”.

Sulla stessa linea Italo Bocchino (Fli): “ritengo che non ci sia fumus persecutionis, bisogna fermarsi sulla questione della trasparenza dei partiti e della politica” […] “la politica è esempio, se non è esempio non ha ragione di guidare la società- e continua- soprattutto in Campania dove il problema del confine tra politica e criminalità organizzata è messo in discussione da destra a sinistra, da partiti a liste civiche, non può esserci come coordinatore regionale del Pdl un indagato per presunti rapporti con la criminalità organizzata”.

Sono in molti a credere che Cosentino sia il capro espiatorio di un sistema che abusa delle regole, con indagini che a volte finiscono nel nulla, come rileva Maurizio Paniz, Pdl: “Più che parlare di emergenza Campania nell’ area del Pdl, forse è il caso di parlare di un ufficio giudiziario che vede le cose con una valutazione delle prove eccessiva rispetto a quella che è la realtà dei fatti […] “non vorrei che per l’ onorevole Cosentino pesi il fatto di essere indagato solo perchè natio di Casal di Principe” […] “se non fosse stato un parlamentare non sarebbe stato indagato, non sarebbe stato perseguito”.

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