Nasce Gi.U.Li.A, la rete delle giornaliste unite per il cambiamento.

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di Chiara Baldi

In un Paese che tenta di rinascere dalle proprie ceneri, c’è chi la faccia ha deciso di mettercela davvero e di usare le forze che ha per contribuire al cambiamento che tutti si aspettano di vedere. Si tratta di Gi.U.Li.A, la rete delle Giornaliste Unite Libere Autonome nata l’11 settembre scorso e che è stata presentata ieri mattina nella sede romana della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi). A presentare il sito di Gi.U.Li.A (http://giulia.globalist.it/c’erano Alessandra Mancuso, Silvia Resta, Marina Cosi e Silvia Garambois, responsabile della piattaforma Globalist su cui il sito è nato. «Gi.U.Li.A nasce in tempi di crisi grave del Paese e di attacco alla dignità della donna, ai diritti del lavoro e dell’informazione. Gi.U.Li.A si impegna per la difesa della democrazia e della Costituzione, nata dalla Resistenza, dalla quale discendono le nostre libertà e i nostri diritti fondamentali di cittadine italiane. E per la difesa dell’Unità d’Italia, da Nord a Sud, e del vincolo di solidarietà che ci rende Paese». Ma non di sole giornaliste vive GiULiA: infatti, molte “simpatizzanti” sono estranee al mondo dell’informazione ma questo non impedisce loro di condividere lo spirito e gli obiettivi dell’associazione. Uno spirito che si sposa bene con quello del movimento del 13 febbraio “se non ora, quando?”, tanto che entrambe le associazioni convergeranno in piazza l’11 dicembre prossimo per riportare al centro della discussione pubblica e istituzionale il ruolo della donna.

GiULiA nasce al di fuori della Fnsi eppure questo non ha impedito al Presidente del sindacato dei giornalisti Roberto Natale di intervenire nel corso della conferenza stampa per dare il suo appoggio personale e di Presidente della Fnsi all’iniziativa, rivelando che «alcuni temi che sono nella carta costitutiva di GiULiA devono entrare ancora di più nell’azione del sindacato». Al termine della conferenza stampa, Natale ha spiegato ai microfoni di Mediapolitika quali siano tali temi: «innanzitutto, l’attenzione sui contenuti. Uno dei problemi di fondo dell’informazione italiana è il modo in cui si parla di donne. Siamo ancora negli anni in cui il “corpo delle donne” (per citare il video di Lorella Zanardo) è il documento più significativo di un’epoca. Dobbiamo aumentare la nostra attenzione su questo tema non solo per rispetto nei confronti delle donne, ma perché questo è uno dei temi principali attraverso i quali capire se davvero in Italia l’aria sia cambiata». Ma per il Presidente dell’unico sindacato dei giornalisti italiani, c’è anche un’altra questione importantissima, ed è quella relativa all’equità e al “rigore”: «di solito lo interpretiamo come una parola asessuata. Le colleghe invece ci dicono che anche nel “rigore” va posta la questione di genere. Per esempio facendo osservazioni e proposte sul modo in cui l’allungamento dell’età pensionabile per le donne abbia bisogno, per ragioni di equità, di essere compensato con un diverso Welfare».

Non entra nel merito della questione politica, ma pone ancora l’accento su una delle principali piaghe del settore giornalistico, quella del precariato di cui sottolinea proprio l’accezione che esso prende quando si tratta di donne: «anche in quel caso interpretiamo il problema in maniera neutra, commettendo un errore: all’interno della situazione molto pesante del lavoro autonomo ci sono situazioni ancor più pesanti per le colleghe».

Infine, la questione della rappresentanza sindacale: in un amibito come quello giornalistico, in cui i lavoratori si sentono sempre meno rappresentati dal loro sindacato, Natale fa un’ammissione di colpa: «GiULiA è importante perché dobbiamo capire meglio come, nel sindacato, affrontiamo il tema della rappresentanza. Siamo troppi uomini e poche donne. Ieri mattina il Ministro del Welfare Elsa Fornero ha incontrato i rappresentanti dei giovani e, nel vedere che erano tutti uomini, si è alzata stizzita e se ne è andata, dicendo che “se pure voi giovani fate fuori le donne, non ci siamo proprio”. La risposta dei giovani (“noi siamo stati eletti”) è una risposta in cui noi del sindacato ammettiamo di identificarci: è la risposta che daremmo anche noi Fnsi, ma ci rendiamo conto che sia assolutamente inadeguata. GiULiA serve anche a ricordarci che deve esserci qualche “Giulia” in più e qualche “Giulio” in meno nei nostri organismi dirigenti».

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