Terrorismo in Francia: questione di religione?

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Dopo la decapitazione dell’insegnante Samuel Paty, la Francia è stata scossa da un nuovi attacchi di matrice terroristica fondamentalista. Si uccide nel nome di Dio. Una riflessione
Il 2020 non sembra star trattenendo neanche un colpo in questi giorni. Mentre stiamo osservando la tanto temuta seconda ondata, il terrorismo sembra volersi unire alla danza macabra. Non che abbia mai abbandonato la scena – sia chiaro – specialmente in un Paese come la Francia, la cui storia di colonialismo e di una multietnicità mai pienamente riconosciuta, ne ha fatto uno dei bersagli prediletti del terrorismo islamico.
Le ultime notizie ci portano di nuovo di fronte alla barbarie pura. Dopo la decapitazione dell’insegnante Samuel Paty a Conflans perchè aveva tenuto una lezione sulla libertà di espressione e sull’attentato a Charlie Hebdo, la Francia è stata scossa dal terrore nella mattinata del 29 ottobre: nella Basilica di Notre Dame, a Nizza, un uomo urlando in arabo ha ucciso tre persone; ad Avignone un uomo armato di un coltello, gridando «Allah Akbar», è stato ucciso dalla polizia; in Arabia Saudita è stato attaccato il consolato francese di Gedda.
(Photo by VALERY HACHE/AFP via Getty Images)

Fatti di violenza giustificata nel nome di quello stesso Dio che spesso viene invocato anche dai conservatori nostrani.

E così per molti è naturale guardare a questi fenomeni e commentare con una frase già sentita, ma che assume forse maggiore senso di essere pronunciata in queste circostanze. “La religione produce ignoranza e violenza”. Tutti noi abbiamo sentito almeno una volta questa frase, o l’abbiamo letta sul post di qualcuno dei nostri amici. E dopo dei fatti del genere, chi potrebbe mai criticare tale affermazione? D’altronde identifica un nemico astratto, che possiamo odiare senza odiare delle persone fisiche, e ci propone un facile antidoto al terrorismo.
Eliminiamo la religione ed elimineremo il terrorismo. Facile no? Troppo facile, in realtà. A pensarci bene capiamo che si tratta di un sillogismo che non funziona fin dalla sua premessa. “La religione produce ignoranza e violenza.” E’ proprio questa frase a lasciarmi perlesso, poiché di fatto “la religione” di per sé stessa non produce proprio nulla. Non è un’entità viva e pensante; noi lo siamo.
Quando sentiamo delle decine di migliaia di persone aiutate ogni giorno dalla Comunità di Sant’Egidio, è “la religione” ad aver fatto del bene? No, si tratta di persone che hanno scelto di vivere la fede nel miglior modo possibile. E quando vediamo il Popolo della Famiglia scendere in piazza per vomitare il suo odio sui gay, è “la religione” a condannare gli omosessuali? O forse è piuttosto un gruppo di persone ad usare la fede per giustificare la propria pochezza.
Non è la Bibbia, né il Corano ad uccidere; a farlo sono le persone. E lo fanno per libera scelta, non costretti da questo oscuro demone chiamato “la religione”.
La conferma la troviamo nella storia d’Europa. L’estremismo cristiano era di casa qui, finché non arrivò la ventata d’aria fresca dell’Illuminismo, che portò con sé la secolarizzazione. L’estremismo religioso calò a picco, sotto i colpi della ragione. Ma poi cosa accadde? L’estremismo sparì dall’Europa?
Diamine, no! Cambiò bandiera: a Dio si sostituì una nuova narrazione, una nuova cornice per l’odio irrazionale: la razza. E sappiamo bene cosa è stato compiuto e si compie ancora oggi nel suo nome.
Oggi una frangia musulmana uccide in nome di Dio, ma credo che in fondo sappiamo tutti che a spingerli è qualcos’altro. Perché ogni tanto ci ricordiamo che l’Europa e la sua democrazia è parte di quel 20% del mondo che consuma tutte le risorse del globo. Buona parte dei terroristi islamici proviene dal restante 80% del mondo, ed è probabilmente questo ad alimentare il loro odio.
Secondo voi se togliessimo loro Dio e il Corano smetterebbero di volerci morti? O piuttosto si inventerebbero qualche nuova ideologia basata sulla “razza arabica” pur di continuare a fare ciò che fanno?
A ciascuno di noi le riflessioni.
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