Amarcord: Mario Frick, i gol italiani che venivano dal Liechtenstein

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Nato in Svizzera ma cittadino del Liechtenstein. Curioso per un calciatore, di solito più propenso a scegliere, se possibile, la cittadinanza e la naturalizzazione del paese con maggior fascino sportivo e con la possibilità di qualificarsi per le grandi manifestazioni. Ha scelto il piccolo Liechtenstein, invece, Mario Frick, attaccante classe 1974 che ha misurato le sue ambizioni e mostrato le doti anche nel campionato italiano all’inizio degli anni duemila.

Nato in Svizzera, a Coira, il 7 settembre 1974, Mario Frick è una punta rapida ma anche fisica, visti i suoi 183 centimetri che lo rendono all’occorrenza anche classico centravanti, seppur con movenze e caratteristiche diverse. Sceglie sin da subito la cittadinanza del Liechtenstein, senza ancora sapere che sarebbe presto diventato l’icona di un paese piccolo e calcisticamente insignificante, ma che grazie al suo calciatore più rappresentativo conoscerà qualche pagina di gloria sui giornali di mezza Europa. E’ proprio in Liechtenstein che Frick inizia a muovere i suoi primi passi da calciatore giocando nel Balzers, formazione aggregata (come tutte quelle della piccola nazione con bandiera rossa e blu) al campionato svizzero; Frick vi gioca 4 anni dal 1990 al 1994, segna 49 reti in 121 apparizioni e si guadagna a nemmeno vent’anni la prima convocazione con la maglia della nazionale in un’amichevole dell’ottobre del 1993 persa 2-0 contro l’Estonia. Giocare nella nazionale lichtensteinese non è esattamente impossibile per un calciatore professionista, ma Frick dimostra di avere talento e personalità altamente superiori alla media del suo paese, tanto che viene notato da club della serie A svizzera ed ingaggiato dal San Gallo prima e dal Basilea poi, ovvero due delle migliori formazioni elvetiche. Ed è proprio a Basilea che la punta di Coira si afferma: 6 reti il primo anno, 14 il secondo, 10 il terzo, poi il passaggio allo Zurigo con cui vince una coppa nazionale, ma soprattutto in mezzo la storica rete nella gara di qualificazione ad Euro 2000 contro l’Azerbaigian vinta 2-1 dal Liechtenstein e rimasta storica poichè prima in assoluto della piccola nazionale.

Frick è ormai indiscutibilmente il miglior calciatore del paese collocato fra Austria e Svizzera, su di lui si posano gli occhi di diversi club europei di prima e seconda divisione, ma soprattutto quelli dell’Arezzo che nella stagione 2000-2001 milita in serie C1 ed è allenato dall’ex terzino della nazionale italiana Antonio Cabrini che individua nell’attaccante del Liechtenstein un ottimo rinforzo per una squadra con ambizioni da promozione. L’Arezzo è meno forte di quello guidato solo un anno prima da Serse Cosmi e che aveva sfiorato la serie B, ma è comunque una compagine combattiva che trova in Frick l’ideale sbocco avanzato; l’attaccante si ambienta alla perfezione in Italia, impara la lingua e soprattutto dialoga benissimo con la squadra. I suoi gol non portano l’Arezzo in serie B, ma vengono notati da chiunque segua il calcio italiano a 360°: sono 16 le marcature della punta del Liechtenstein in campionato, tante per non essere prese in considerazione. Di Mario Frick si innamora perdutamente Rino Foschi, all’epoca direttore sportivo del Verona, che lo sponsorizza al presidente scaligero Pastorello, calcando forse un po’ la mano per convincerlo: “Presto giocherà nella Juventus o nel Milan”, gli dice bluffando leggermente, ma abbastanza per far cadere le ultime resistenze del patron veronese. Frick diventa così un nuovo calciatore del Verona, acquistato per 1,5 milioni di euro ed aggregato alla rosa del tecnico Alberto Malesani; il Verona si è appena salvato allo spareggio contro la Reggina, Malesani ha sostituito Attilio Perotti in panchina e l’organico a sua disposizione fa rabbrividire pensando ai nomi: ci sono Massimo Oddo, Mauro Camoranesi, Alberto Gilardino (tutti futuri campioni del mondo nel 2006 con l’Italia), ma anche Adrian Mutu, insomma elementi di spicco che lasciano presagire ad un’annata in cui i veneti potranno sognare anche la qualificazione in Coppa Uefa.

Ma la stagione 2001-2002 del Verona sarà un calvario: i gialloblu partono fortissimo e a Natale sono realmente in zona Uefa, ma un improvviso, inspiegabile e clamoroso calo nella seconda parte dell’anno fa precipitare la formazione veronese in zona retrocessione, la sconfitta in casa col Milan alla penultima giornata rende un vero e proprio spareggio la sfida di Piacenza all’ultimo turno, gara che il Verona perde malamente per 3-0 dicendo addio alla serie A con una delle retrocessioni più amare e rocambolesche nella storia del campionato italiano. Ma questa è un’altra storia, ai margini della quale c’è quella più piccola e certamente più piacevole di Mario Frick che al suo debutto in serie A riesce a sgomitare in un attacco affollato, ritagliandosi i suoi spazi e dimostrando di saper far gol anche fra i grandi. Le reti saranno 7 in 24 presenze, poche delle quali da titolare, con la data del 3 dicembre 2001 stampata nella memoria dell’attaccante del Liechtenstein e di tutti i sostenitori veronesi; quel giorno si gioca infatti Verona-Brescia, una partita sentitissima dalle due tifoserie che la considerano quasi un derby. Malesani è alle prese con qualche defezione in attacco, così il suo tridente è formato da Mutu e Camoranesi ai lati e da Mario Frick al centro; neanche il tempo di chiedersi cosa combinerà quella punta venuta dalla serie C e da una nazione impronunciabile, che Frick svetta di testa su un calcio d’angolo battuto da Oddo e porta in vantaggio il Verona. Lo stadio Bentegodi esplode di gioia, mentre l’ex aretino si toglie la maglia e ne mostra un’altra sotto con la scritta “La vie c’est fantastique quando segna Mario Frick“. E’ pure simpatico, insomma, il calciatore del Liechtenstein e la frase diventerà un tormentone a Verona anche negli anni a seguire. Verona-Brescia termina 2-0, Frick completerà la sua splendida giornata con la doppietta siglata in contropiede.

Smaltita la delusione per la caduta in serie B, Frick si accorda con la Ternana che partecipa anch’essa al torneo cadetto, con discrete ambizioni. 5 reti il primo anno, 8 il secondo, poi l’esplosione nonostante gli umbri si perdano sempre nel momento decisivo della stagione; Frick è in ogni caso il terminale offensivo della squadra rossoverde, segna 16 gol nel campionato 2004-2005, 15 in quello successivo nel quale però non evita la retrocessione degli umbri che ne determina anche la cessione, non prima di essere incoronato come miglior marcatore straniero nella storia della Ternana con le sue 47 reti nei 4 anni a Terni. A 32 anni, Frick torna in serie A, ingaggiato dal Siena. Ci mette poco ad ambientarsi in Toscana e a tornare a far gol anche in massima serie, Frick, già in rete alla seconda giornata nella sconfitta casalinga dei senesi per 3-1 contro la Roma. Nel turno successivo, l’ex attaccante della Ternana si ripete con una doppietta che vale al Siena il successo in casa del Torino e sarà suo anche uno dei 3 gol con cui i bianconeri batteranno il Messina; al termine del campionato, Frick avrà messo a segno 6 reti, utili alla salvezza di un Siena che ne fa uomo d’esperienza e bomber di scorta anche l’anno dopo quando i toscani otterranno un’altra permanenza in A, con la punta del Liechtenstein che mette a segno 4 reti, fra cui la decisiva doppietta a Marassi contro il Genoa ed il 3-0 finale contro la Roma, una delle vittorie più roboanti del Siena nella sua storia in serie A. La carriera italiana di Mario Frick si chiude con un’altra salvezza dei bianconeri al termine del campionato 2008-2009 in cui l’ex veronese è determinante nonostante realizzi appena 3 reti, ma tutte decisive e che valgono gli 1-0 contro Roma, Reggina ed Atalanta.

Frick chiude la sua carriera tornando prima in Svizzera e giocando con San Gallo e Grasshoppers, poi riabbraccia il suo primo amore, il Balzers, militando per 5 stagioni fino a 40 anni suonati e riciclandosi come difensore centrale dopo una vita spesa a far gol. Mario Frick è ad oggi il miglior marcatore nella storia della nazionale del Liechtenstein con 16 reti in 125 presenze; sembrano poche 16 reti, ma per la nazionale del Liechtenstein sono tante, considerata storia e valore del paese. E’ un idolo in patria, Mario Frick, è l’uomo che ha dato visibilità ad una nazione piccolissima ed abituata a vivere fra quattro montagne in un Principato agiato ma fondamentalmente chiuso in sè stesso; il calcio, poi, rappresenta appena uno svago ai limiti del dilettantisimo, ma che grazie ai gol e all’esperienza di Mario Frick, è uscito allo scoperto rendendo il Liechtenstein famoso anche in Europa e non soltanto per le goleade subite nella gare di qualificazioni. E anche l’Italia, nel suo piccolo, ha scritto la sua piccola storia, con i gol che provenivano dal Liechtenstein e che facevano pure tanta simpatia.

di Marco Milan

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