Assassinio Kennedy: Trump annuncia la pubblicazione di file segreti

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Il presidente USA ha annunciato su Twitter l’intenzione di rendere pubblici migliaia di documenti sulla morte di John Fitzgerald Kennedy, a pochi giorni dalla scadenza che lo obbliga a decidere sul mantenimento o meno della segretezza degli atti.

kennedyChe cosa sapevano le agenzie di intelligence, e come agirono? L’uccisione di Kennedy a Dallas nel 1963 è rimasta un’ossessione della storia e nell’immaginario collettivo degli Usa e del mondo intero e la maggioranza degli americani (ma non solo loro) crede ancora a una cospirazione.

Il 22 novembre del 1963 a Dallas (Texas) veniva assassinato il  trentacinquesimo Presidente degli Stati uniti d’America, il democratico John Fitzgerald Kennedy.
Dell’uccisione venne ritenuto responsabile l’attivista ed ex militare Lee Harvey Oswald il quale tuttavia non confessò mai sostenendo di essere un capro espiatorio. Oswald non fu mai processato perché venne ucciso a sua volta due giorni dopo l’arresto, dal gestore di un night club Jack Ruby il quale, arrestato e interrogato a sua volta dalla polizia di Dallas, rispose: “Non volevo essere un eroe, l’ho fatto per Jacqueline […] Volevo risparmiare alla moglie del presidente il processo dell’uomo accusato di aver ucciso il marito”.

Venne poi costituita la commissione Warren, che raccolse tutto il materiale e produsse una valutazione tecnico-giuridica sull’accaduto, mantenendo pubbliche le indagini e i relativi riscontri. Anche l’FBI procedette parallelamente con le indagini, fornendo alla Commissione oltre 25.000 interviste, 2.300 rapporti, 553 interrogatori. Nel settembre 1964 la Commissione presentò il suo rapporto finale: Lee Harvey Oswald ha ucciso da solo il Presidente; Jack Ruby ha ucciso da solo Lee Oswald. La tesi della rapporto era che Lee H. Oswald soggetto mentalmente disturbato, frustrato e filo-castrista aveva deciso di diventare famoso uccidendo il presidente Kennedy.  La conclusione della commissione Warren affermò una teoria, passata alla storia come quella “della pallottola magica“, riferendosi a quel proiettile che causò sette ferite complessive a Kennedy e Connally (Governatore del Texas in macchina con il Presidente), rimanendo sostanzialmente integro. Un altro rapporto, quello della House Select Committee on Assassinations (costituita negli anni Settanta) concordò con la teoria della pallottola magica.
Le conclusioni delle due inchieste ufficiali furono simili: Oswald aveva ucciso Kennedy da solo (per compiere un gesto importante e “rivoluzionario” che lo avrebbe reso famoso e avrebbe riscattato la sua vita) e poi era stato ucciso a sua volta da Ruby, che intendeva vendicare Kennedy sull’onda dell’emozione, e che era riuscito a sparare a causa dell’insufficiente sorveglianza nella stazione di polizia di Dallas. L’HSCA ammise comunque la possibilità che più persone avessero partecipato al delitto.

Oggi, a distanza di più di 50 anni da quel tragico evento, il presidente Donald Trump con il solito cinguettio su Twitter ha dichiarato di essere pronto a svelare gli ultimi segreti sull’omicidio più discusso della storia degli Stati Uniti. L’uccisione di JFK continua ad alimentare teorie in contrasto con la versione ufficiale che vuole Lee Harvey Oswald unico assassino del presidente.
Pur essendo soggetto a ricevere ulteriori informazioni, consentirò, come presidente, la divulgazione dei documenti su JFK a lungo bloccati e classificati“. Trump si riferisce all’intenzione di non volere esercitare, a pochi giorni dalla scadenza per la diffusione, il potere di veto su quanto prevede la Kennedy Assassination Records Collection Act la legge, varata nel 1992 che per contrastare la teoria cospirativa alimentata dal film di Oliver StoneJfk” del 1991, aveva già consentito la divulgazione di milioni di pagine legate all’omicidio ma aveva fissato per il 26 ottobre 2017, dopo 25 anni, la scadenza per pubblicarli tutte. Negli Archivi nazionali restano ancora circa 3100 file che contengono decine di migliaia di pagine mai viste prima. Nel film di Oliver Stone, la tesi è che l’assassinio fu organizzato dai vertici della Cia, con la complicità dell’Fbi e del Pentagono, la collaborazione della mafia americana, dei cubani anti Castro e con l’avallo dell’allora vicepresidente Lyndon Johnson, allo scopo di poter proseguire la guerra del Vietnam a vantaggio delle gerarchie militari e delle lobbies di armi.

Contraria alla divulgazione delle informazioni resta la Cia ma anche l’ex consigliere della campagna di Trump, Roger Stone: “Una buonissima fonte della Casa Bianca, non il presidente, mi ha detto che la Cia, specificatamente il direttore Mike Pompeo, sta premendo sul presidente perché non diffonda quei documenti“, ha sostenuto in una intervista Stone “Perché credo mostrino che Oswald era stato addestrato, allevato e messo in azione dalla Cia” ha aggiunto.
La Casa Bianca attraverso un suo portavoce ha precisato di stare lavorando per garantire che “possa essere diffusa la massima quantità di dati al pubblico senza danni identificabili alla sicurezza nazionale”. Il timore di molti è che alcuni documenti contengano fonti e metodi di intelligence, rivelando operazioni degli anni Novanta, ossia di un periodo relativamente recente. Ma secondo alcuni media potrebbero invece mettere in imbarazzo Cia e Fbi, rivelando che Oswald era più che noto alle agenzie di spionaggio Usa (tra i file ancora classificati ce ne sono alcuni che si riferiscono al viaggio di Oswald a Mexico City, alcune settimane prima del delitto, in cui incontrò spie cubane e sovietiche e finì sotto la stretta sorveglianza di Cia ed Fbi).

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