Kings of crime, le vite dei boss raccontate in tv. La nuova sfida di Saviano

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Le vite dei boss raccontate in quattro puntate: la nuova sfida dello scrittore di Gomorra. Dal 4 ottobre in prima serata sul Canale Nove

Kings of crime” dal 4 ottobre in onda per quattro mercoledì sul Canale Nove. Non stiamo parlando di un film per il grande schermo, né di un successo del Festival di Venezia che si è appena concluso, ma di una serie sulle vite dei boss della criminalità organizzata e del narcotraffico.

Un genere a metà tra l’inchiesta e l’approfondimento: ecco che il “factual” prende piede in un Paese, l’Italia, che sembra non volersi impegnare troppo, ma nemmeno troppo poco, e preferisce passare le proprie serate davanti alla tv “solleticando” il proprio spirito critico.

È la novità proposta dallo scrittore Roberto Saviano e accolta nel palinsesto del gruppo Discovery: a partire dal titolo in inglese che tradotto in italiano significa “re del crimine”. A dare un tocco di internazionalizzazione agli episodi, visto che saranno poi trasmessi anche in America Latina, Spagna, Portogallo, Francia e Germania.

Una mini serie tv dall’approccio scientifico che racconta le vite del camorrista Paolo Di Lauro, del narcotrafficante messicano El Chapo e del re della ‘ndrangheta, Antonio Pelle. In più nella seconda serata del 4 ottobre andrà in onda un’intervista al pentito Antonio Prestieri.

Storie di uomini che, per destino o per scelta, sono diventati i più temuti boss della malavita, tra realtà e immaginazione, come sottolinea il termine “factual”. Tuttavia riscrivere le vite come fossero sceneggiature non è cosa facile, per questo lo scrittore di Gomorra ha scelto di ambientare la quattro puntate all’interno di un’università, il luogo del sapere per eccellenza, parlando agli studenti.

Il programma, scritto a quattro mani insieme a Luca Monarca, nasce dall’idea di Saviano e Federica Campana e rimescola fonti, dati e dichiarazioni per restituire al telespettatore una visione quanto mai reale del fenomeno mafioso. Un fenomeno che va ben oltre i confini nazionali.

Ma quali saranno le reazioni del pubblico? “Saranno le stesse che incontrano i miei lavori. Qualcuno dirà che l’Italia non è questa. Qualcun altro che queste cose si sanno già. In realtà queste cose non si sanno e questa è l’Italia, ma non solo: mafie e narcotraffico sono una realtà mondiale”, afferma Saviano. E ancora: “Sono contento che Discovery abbia deciso di fare questa follia e di non avere paura di raccontare queste storie. Alla fine lo spettatore capirà questo non è un fenomeno solo locale, ma mondiale e che in Italia stiamo dimenticando distratti da altri temi. Le mafie ammazzano tutti i giorni in Calabria ma questo non importa a nessuno”.

(di Anna Piscopo)

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