Serie A, in breve. Campionato ancora vivo? Nì

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logo-serie-a-620x350Abbiamo un campionato ancora vivo? Nì.

E’ difficile capire se con la sconfitta di ieri il campionato di Serie A possa tornare ad avere un discorso aperto per quanto riguardo lo scudetto. Senza contare che per quanto riguarda il discorso salvezza i giochi sembrano essere già belli che chiusi. Come succede da anni l’unica corsa che rimane viva ed emozionante è quella per la Champions. Poca cosa insomma.

La sfida di ieri della Juventus a Firenze forse può voler dire qualcosa. Sicuramente certifica che questa Juventus costruita per essere un’armata sta incontrando, nonostante l’altissimo rendimento, qualche difficoltà in più del previsto, mettendo in mostra un lato umano che ha mostrato pochissime volte in questi anni. Quattro sconfitte su 19 gare giocate (ne manca una da recuperare con il Crotone) sono tante, di contro c’è comunque che nonostante tutto è una squadra che non pareggia (0 pareggi e 15 vittorie all’attivo). Scoprirsi vulnerabili su campi difficili come comunque sono Milano, Genova e Firenze può bastare per dare uno spiraglio alle inseguitrici? Difficile dirlo, sopratutto perché dietro ci sono due realtà come Roma e Napoli che seppur grandi squadre negli ultimi anni hanno mostrato come sia stata proprio la continuità sulla lunga distanza a impedirgli di contendere seriamente il titolo ai bianconeri.

Il campionato in alto può risultare quindi sulla carta ancora aperto (in attesa di Crotone – Juventus), Roma e Napoli in questo 2017 hanno fatto sempre il loro dovere. Due partite e 6 punti portati a casa, con la Roma addirittura impegnata in un complicatissimo doppio turno esterno, vero limite mostrato quest’anno dalla banda Spalletti.

Se la corsa Champions si conferma quindi l’unica attrazione concrete del campionato di Serie A, con seconda, terza, quarta (la Lazio, anche lei sempre vittoriosa in questo 2017) e Milan (che al momento deve giocare due partite) raccolte in  8 punti (in caso di due vittorie di Milan sarebbero 4), come accennato stessa cosa non si può dire della corsa per non scendere in B. Pescara, Crotone e Palermo occupano mestamente le ultime tre posizioni, a distanza siderale dall’Empoli quart’utlima (Pescara e Crotone 9, Palermo 10 e Empoli 18). Soltanto un suicidio dei toscani potrebbe dare brio a una zona di classifica dove ormai gli stimoli rischiano di finire già nel freddo mese di gennaio.

Ma che il campionato a 20 squadre possa rischiare di dare questi effetti, con squadre che già al giro di boa si possono permettere di tirare i remi in barca è cosa risaputa, tornare al campionato a 18 squadre è “un’utopia” secondo Tavecchio e quindi si andrà avanti così. Le indicazioni sono chiare, basta vedere gli Europei e i Mondiali: allargare il più possibile, che poi sia la qualità a pagarne poco importa.

(di Cristiano Checchi) 

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