Virginia Raggi. Chi è la candidata M5S alle comunali di Roma

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Virginia Raggi. 37 anni, ex consigliera comunale, avvocata di successo. Il M5S per conquistare il Campidoglio punta tutto su di lei

Virginia Raggi - Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 03-12-2014 Politica Campidoglio. Conferenza stampa del Movimento 5 Stelle sugli arresti al Comune di Roma Nella foto Virginia Raggi Photo Fabio Cimaglia / LaPresse 03-12-2014 Politic Press Conference of the Movement 5 Stars on the arrests to the City of Rome In the photo Virginia Raggi“Mi lasci sorridere, su di me attacchi strumentali e vili. Ho svolto la pratica forense presso lo studio Previti 13 anni fa. Sono uscita dall’università a circa 24-25 anni e ho fatto la pratica con il mio professore, che all’epoca lavorava con lo studio Previti facevo per lui il giro forense, la specializzata alle file, come diciamo noi. Quando ho finito la mia pratica me ne sono andati”.

Partiamo dalla fine della conferenza stampa per conoscere chi è Virginia Raggi, la candidata alla carica di sindaco di Roma del M5S, partiamo dalla prima polemica che l’ha travolta e alla quale ha risposto con queste parole a chi insinuava non chiari legami con la cricca di Previti&Co.

Solo il classico praticantato sembrerebbe connettere la Raggi a quel mondo, un bel biglietto da visita senza dubbio, il sogno di ogni giurisprudenzina/o riuscire a completare i due anni necessari a presentarsi all’esame di stato in uno studio così prestigioso. Tuttavia non ve n’è traccia nel suo curriculum, documento determinante per ogni grillino che si rispetti, caricato e reso pubblico online secondo le strette direttive di Beppe.

La Raggi ha una risposta anche per questo: “Di solito gli avvocati non mettono dove hanno fatto la pratica. Spero che i cittadini capiscano che è un attacco strumentale e un po’ vile e che i partiti che auspichino una campagna elettorale leale prendano le distanze da questi attacchi”. Ha inoltre annunciato querele per chiunque continui a far dell’ironia facile e della strumentalizzazione da campagna elettorale su questo dato: perciò nel dubbio desistiamo, sperando che almeno il dubbio ognuno sia ancora libero di tenerselo.

La candidata M5S esordisce alla conferenza stampa dell’Associazione della Stampa Estera in quest’ultima settimana di febbraio, dopo esser stata scelta tramite la votazione online da 1.764 iscritti certificati. È la prima volta che Roma ha la possibilità di eleggere una donna come sindaco e questo la Raggi ci tiene a sottolinearlo. È un’avvocata, per chi non l’avesse capito, ha 37 anni, è una ex-consigliera comunale e ha battuto i suoi avversari con il 45,5% dei voti.

La sede della Stampa Estera non è stata di certo casuale: “Siamo più che maturi per governare Roma. Abbiamo deciso di iniziare una campagna così importante nella sede della Stampa Estera perché in quest’anno sono usciti molti articoli anche brutti sulla nostra città: hanno parlato di Roma come di una città invasa dall’immondizia; mafia capitale è stata al centro della scena politica internazionale – ha detto la Raggi – Grazie ai grandi partiti, oltre a mafia, camorra e ‘ndrangheta, abbiamo anche mafia capitale. Roma non è solo questo. Roma è una città stuprata da una cattiva politica e da una cattiva amministrazione. Noi dobbiamo intervenire per provare a rilanciare l’immagine della città nel mondo, sporcata da tante brutte vicende. Non sarà una impresa facile ma è giunto il momento per farlo. Roma non è solo degrado. Il consenso elettorale non ci interessa: vogliamo la partecipazione dei cittadini. Il nostro slogan per questa campagna elettorale sarà: ‘Vogliamo che Roma’.

Tutto giusto. Ma che il consenso elettorale non sia l’unico obiettivo interessante per una pretendente alla carica di Prima Cittadina di Roma, non appare né congruo né credibile. Anche perché i romani una certa voglia di votare ce l’hanno, anche per far finta di abitare in una normale metropoli europea, anche per dimenticare che quello che era stato eletto con quasi il 70% dei voti è stato asfaltato dal rullo compressore della macchina del fango, anche solo per farlo studiare ai bambini a scuola: “il sindaco di Roma è”, che “Commissario Prefettizio” suona male.

La conferenza prosegue e i punti toccati sono svariati ma fondamentalmente gli stessi di ogni campagna elettorale che la Capitale ricordi, la sezione trasporti ad esempio: “A Roma è una sfida quotidiana prendere un autobus, noi vogliamo cambiare radicalmente il sistema del Tpl senza interventi spot, che non servono. Bisogna rilanciare la mobilità pubblica e usare il buon senso. Servono più mezzi pubblici, non è più possibile tagliare le linee, soprattutto nelle periferie. Ed ancora: corsie preferenziali e semafori coordinati. Inoltre vogliamo una rete di piste ciclabili collegate tra loro, app per sfruttare il tpl, e più car sharing, anche elettrico. Tutto questo efficientando le risorse”.

Quanto alla discussa terza linea metro e il suo destino che sembra sempre più affine alla proverbiale Salerno-Reggio Calabria: “Siamo contrari agli sprechi delle grandi opere ma dobbiamo affrontare la questione della Metro C. Di certo arriverà a Colosseo ma poi vedremo cosa fare”.

Non poteva mancare una parola per descrivere la posizione incline o contraria alla costruzione dello nuovo stadio: “Siamo favorevoli a uno stadio sia per la Roma che per la Lazio ma non vogliamo speculazioni edilizie”. E ancora, la questione Olimpiadi ha particolarmente interessato, conoscendo l’orientamento tenuto in aula dal M5S: “Noi vorremmo che i cittadini si esprimessero su questa candidatura, dopo avere spiegato le sue opportunità e i suoi pericoli – ha spiegato la Raggi – In aula ci siamo scagliati contro le Olimpiadi, visto che abbiamo a Roma tante opere non concluse, e che queste di solito vanno ad alimentare flussi di denaro non leciti. Se questa città dovesse risorgere delle sue miserie, e darci fiducia, potrebbe anche essere che nel 2024 Roma sia pronta a gestire Olimpiadi pulite. Piano piano con noi al governo della città ci possiamo riuscire”.

La candidata grillina ha anche esposto le sue posizioni riguardo la questione dei campi nomadi della Capitale, tema al solito caldissimo in ogni campagna elettorale: “Sono un’emergenza che dura da 20 anni. Ogni anno si spendono 24 milioni per mantenerli in situazione di degrado e per mantenere persone che potrebbero lavorare. Il superamento dei campi rom quindi non è più rinviabile. Queste persone hanno gli stessi doveri e gli stessi diritti di tutti. Non è accettabile mantenere persone che possono lavorare”.

(di Azzurra Petrungaro)

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