Foibe ed esodo: quando il ricordo cesserà d’essere un fatto politico?

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Riflessione sul giorno del ricordo: non dimenticare è dovere di ogni cittadino

Ricordare una tragedia, quella delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, affinché non si ripeta non è un fatto politico. E’ dovere di ogni cittadino, qualunque sia il suo pensiero, qualche sia la sua tessera di partito, qualunque sia il suo orientamento in cabina elettorale. E’ dovere di ogni cittadino ricordare. L’undicesimo comandamento, dice Simone Cristicchi nel suo “Magazzino 18”, è non dimenticare. Eppure ancora oggi c’è chi dimentica, chi rinnega, chi fa della tragedia delle foibe, dell’eccidio di migliaia di italiani e della deportazione forzata di 350mila istriani e dalmati, della strage etnica voluta dalla dittatura di Tito, c’è ancora chi ne fa un fatto politico.

10 febbraio: giorno del ricordo.
10 febbraio: giorno del ricordo.

La cronaca riporta di manifestazioni e contro manifestazioni per il giorno del ricordo, istituito con la legge 92 del 2004. Associazione di esuli da una parte in memoria di una etnia disgregata ed estremisti di sinistra dall’altra pronti a ricordare che quel ricordo è privo di fondamenti storici: la cronaca del 7 febbraio a Torino. Senza tralasciare quelle manifestazioni promosse da gruppi di estrema destra che con la scusa del giorno del ricordo fanno propaganda politica, sterile aggiungerei. La barbarie è barbarie. Punto. Possiamo ancora permetterci di far passare il ricordo come un fatto politico?
Vergogna e disprezzo per chi, sotto sigilli di vario colore, continua a strappare quella pagina dai libri della nostra storia o fa del 10 febbraio occasione di indottrinamento.

Proviamo a immaginare la nostra città in silenzio: i nostri quartieri, le strade, le piazze, i negozi… senza più profumi, senza più colori, senza più la sua gente. Immaginiamo un silenzio irreale che avvolge e ovatta tutto. Immaginiamo di diventare all’improvviso alieni in quella che pensavamo fosse la nostra terra, perché nel frattempo altri se ne stanno appropriando, altri sono arrivati e si prendono il nostro posto.
Sembra impossibile, oggi, soltanto pensare alla nostra città senza più i suoi cittadini. E invece settant’anni fa questo è accaduto. E’ accaduto a Pola, a Fiume, a Zara, a Rovigno, a Buie, a Dignano, a Parenzo, a Pirano, all’isola di Cherso, a Lussino. Un’intera regione svuotata della sua essenza. Gente costretta a partire non per la fame o per la voglia di migliorare le proprie condizioni, ma perché vittima della ferocia compiuta da crudeli assassini. Uomini, ma soprattutto donne e bambini torturati, seviziati, violentati, legati tra loro col filo di ferro e gettati nelle voragini carsiche, le foibe.
Questo non è un fatto politico. Questa è storia.

Esodo istriano
Esodo istriano

E’ la storia della tragedia degli italiani di Fiume, Istria e Dalmazia costretti all’esilio perchè quelle terre dall’Italia passarono alla Jugoslavia. E’ quella pagina di storia che a lungo è stata interpretata come rappresaglia degli jugoslavi nei confronti dei fascisti, che ai tempi del Regime in quelle stesse terre avevano a loro volta avviato l’italianizzazione forzata. Ma quegli italiani costretti alla morte o all’esodo all’indomani del Trattato non erano tutti fascisti. Erano semplicemente italiani. E’ dunque quella pagina di storia a lungo scomoda a partiti e fazioni e per questo negata, celata, sotterrata alla memoria di un popolo, quello italiano, al quale per troppo tempo è stato negato il diritto di sapere e quindi di ricordare: ci è voluto mezzo secolo prima che si spezzasse l’omertà di regime imposta su quell’orrore. Popolo italiano però anche in parte colpevole di aver assistito in silenzio a un vero e proprio sterminio, sottaciuto e denegato in quegli stessi anni in cui si compiva.

Le truppe di Tito misero in atto un orrore nei cofntonri degli italiani. Bambini e donne e uomini che, dal 2004, nel nostro Paese vengono ricordati ogni 10 febbraio.

(di Grazia Pia Attolini)

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One thought on “Foibe ed esodo: quando il ricordo cesserà d’essere un fatto politico?

  1. Finalmente si comincia a parlare di queste atrocita’ sottaciute tanto a lungo. Fa specie che gran parte di ciò sia venuto a conoscenza soprattutto grazie a Cristicchi e al suo grande Magazzino 18.

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