Francia: approvate misure contro lo spreco alimentare

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16324255988_8b47905469_hOltre 100 milioni di tonnellate di cibo gettate annualmente in Unione europea; 1,3 miliardi di tonnellate cestinati a livello globale, per un costo totale di un trilione di dollari l’anno. I dati raccolti dalla Commissione europea nel 2014 evidenziano una situazione bordenline, che necessita di un intervento repentino.

L’Assemblea nazionale francese ha intrapreso un percorso di risanamento approvando, lo scorso 21 maggio, tre emendamenti a una legge sulla transizione energetica, contenenti misure contro gli sprechi alimentari dei supermercati. Gli emendamenti sono stati presentati dall’ex ministro con delega all’agroalimentare Guillaume Garot del Partito Socialista, insieme ad alcuni parlamentari sia della maggioranza che dell’opposizione. Le misure approvate prevedono l’obbligo per i supermercati delle grandi catene di donare gli alimenti ancora adatti al consumo umano alle associazioni di beneficenza e utilizzare quelli inadatti per la produzione di compost agricolo o di mangimi animali.

La decisione parlamentare giunge dopo una petizione circolante su change.org firmata da oltre 200 mila persone e persegue lo scopo di dimezzare gli sprechi alimentari entro il 2025. L’approvazione degli emendamenti, avvenuta in un clima di accordo generale, potrebbe generare un’inversione di rotta, poichè introdurrebbe (dopo l’eventuale consenso del Senato) il reato di spreco alimentare. Destano ancora perplessità le dure sanzioni che potrebbero prevedere multe fino a 75 mila euro e il carcere fino a due anni. Nonostante il consenso diffuso per l’approvazione dei tre emendamenti, la Fédération du Commerce et de la Distribution ha espresso commenti negativi nei confronti della legge, affermando che il grande spreco alimentare deriva dall’ atteggiamento dei consumatori e non dai supermercati delle grandi catene, responsabili soltanto per il 5 per cento del cibo gettato. Attualmente, in Francia, ogni cittadino getta mediamente intorno ai 20 kg di alimenti l’anno, per un valore che oscilla dai 12 ai 20 miliardi di euro; questi numeri testimoniano la necessità di intervenire nell’ educazione individuale, attuando misure in grado di sensibilizzare la popolazione sull’ importanza di acquistare e consumare cibo in modo consapevole. Per questo, i tre emendamenti rientrano in un quadro normativo più ampio, che abbraccia le tematiche relative alle politiche ambientali ed energetiche francesi.

Qualora le misure vengano approvate anche dal Senato, la Francia risulterebbe il primo paese UE ad adottare una legge di tal genere, all’interno di un panorama tutt’altro che consolante, nel quale primeggiano i Paesi Bassi con la più alta percentuale di sprechi pro capite.

La situazione italiana Secondo la classifica pubblicata dall’Internazionale, l’Italia è all’undicesimo posto in Europa per gli sprechi pro capite ma al sesto per la quantità totale di cibo gettato. Stando ai dati pubblicati dall’Osservatorio nazionale Waste Watcher sono stati compiuti progressi nella cultura ambientale italiana, perché attualmente 4 italiani su 5 insegnano ai loro figli a non sprecare il cibo. Tuttavia, la popolazione continua a gettare 49 chili di cibo commestibile ogni anno; il 30 per cento della frutta e della verdura finisce nella spazzatura, così come il 30 per cento del pesce e il 20 della carne.

Eppure, 10 milioni di italiani vivono e si alimentano in condizioni di povertà. Circa 805 milioni di persone nel mondo soffrono la fame ogni giorno, mentre 2,1 miliardi sono obese; 36 milioni ogni anno muoiono per mancanza di cibo, mentre 29 milioni periscono per malattie dovute ad un eccesso di cibo. Perché questo squilibrio? Come ha evidenziato Andrea Segrè, agro- economista fondatore di Last Minute Market e presidente del comitato scientifico del piano nazionale di prevenzione rifiuti, l’epoca odierna è caratterizzata da enormi paradossi, forse causati dal dislivello tra eccessivo benessere e profonda povertà, dal contrasto tra la facilità di comprare e gettare beni di prima necessità e l’impossibilità di accedervi per sopravvivere.

Accanto al sostegno per le numerose iniziative promosse dalle associazioni del settore a livello nazionale e internazionale, l’Italia intende intraprendere un percorso simile a quello della Francia. Il ministro all’Ambiente Gian Luca Galletti ha evidenziato la necessità di intervenire con un provvedimento in grado di insegnare a non sprecare e capace di donare strumenti utili alle aziende per donare l’invenduto senza incorrere in problemi burocratici e fiscali. Necessità condivisa da oltre 30 mila cittadini che, firmando una petizione su change.org, hanno espresso parere favorevole per la creazione di una normativa basata sull’esempio francese indispensabile anche per rendere concreti e tangibili gli obiettivi declamati dalla più grande vetrina del food mondiale: Expo 2015.

(di Giulia Cara)

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