Corea del Sud, aggredito l’ambasciatore USA

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Mark-LippertMark Lippert, ambasciatore degli Stati Uniti nella Corea del Nord stava per partecipare a una conferenza, ma Kim KI-Joong 55 anni, lo ha ferito seriamente con una lama di rasoio. Lesioni al polso e alla guancia destra, dove è stata necessaria una medicazione di ben 80 punti di sutura. Un testimone ha riferito che Lippert si sarebbe inizialmente difeso da solo, riuscendo in tal modo ad evitare sorte peggiore.

Mark Lippert. Classe 1973, figlio di padre avvocato, nasce in Ohio e qui rimane fino al suo trasferimento in California. Diventa infatti uno studente modello della Stanford University dove consegue la laurea in scienze politiche. Continua la sua formazione con un Master in studi di politica internazionale e impara a parlare fluentemente il cinese mandarino presso la Peking University. È stato Capo del Personale alle dipendenze del Segretario della Difesa, capo di stato maggiore per il Consiglio di Sicurezza Nazionale e Assistente Segretario alla Difesa per gli affari dell’Asia e del Pacifico. Nel 2007 in Iraq ricopre il ruolo di Tenente dell’intelligence militare nell’operazione “Iraqi Freedom”. Nel 2014 viene nominato Ambasciatore degli Stati Uniti in Sud Corea.

Kim KI-Koong. Nazionalista pro-unificazione. Già noto alle forze dell’ordine sud-coreane per aver in passato preso parte a varie manifestazioni in favore del regime della Corea del Nord, nel 2010 aggredisce l’Ambasciatore giapponese Toshinori Shigeie, contro il quale scaglia diversi pezzi di cemento. Il gesto gli costa tre anni di carcere con la condizionale. Fonti di intelligence sudcoreani riferiscono che Kim avrebbe visitato il Nord per sei volte tra il 2006 e il 2007, ha inoltre tentato di realizzare un monumento a Seul dedicato al «caro leader» Kim Jong-il, morto a fine 2011.

Secondo i media locali, l’aggressore avrebbe dichiarato dopo l’arresto che il gesto era teso a far cessare le esercitazioni militari in corso tra Washington e Seul, che rappresentano ai suoi occhi un serio ostacolo al processo di riunificazione delle Coree. Le esercitazioni partite lunedì scorso, sono le manovre annuali “Key Resolve” e “Foal Eagle”, avversate dal Nord che le valuta come la conferma di un’invasione a suo discapito, palesando questo “malumore” anche con il lancio di due missili a corto raggio.

Il plauso della Corea del Nord. Il regime di Pyongyang ha espresso una chiara approvazione rispetto all’azione di Kim KI-Koong attraverso l’agenzia ufficiale del Nord, la Kcna: una «meritata punizione» contro un paese «guerrafondaio come gli Usa».

(di Azzurra Petrungaro)

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