Pride. Lesbians and Gays Support the Miners.

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 Il conservatorismo britannico del governo Tatcher, non è una tematica nuova al cinema; chi non ricorda le avventure tragicomiche di Renton in Trainspotting, gli spogliarellisti di Full Monty e gli scioperi dei minatori in Grazie SigoraTatcher e in Billy Elliot?
Il regista Matthew Warchus, tuttavia, propone le lotte sociali e politiche attraverso l’inedita unione di due minoranze, che appartengono a due mondi opposti, quella di un gruppo di giovani londinesi omosessuali e la comunità di minatori in sciopero di Delais (un remoto paesino nel sud del Galles).
In nome della solidarietà universale il carismatico Mark, convince i suoi amici e compagni a sostenere la causa dei minatori.
Ecco che il bizzarro gruppo, dopo aver accumulato denaro e provviste, si mette in viaggio su un pulmino sgangherato per raggiungere il Galles. Una volta arrivati i giovani, si dovranno scontrare con i pregiudizi della working class, che non accetta l’aiuto di un’associazione rappresentata da “lesbiche e pervertiti”.
A favorire l’integrazione sarà, da prima, Dai il sindacalista dei minatori e, successivamente i ragazzi saranno appoggiati sorprendentemente dalle mogli dei minatori.

Pride, tratto da una storia vera, ripercorre le calde problematiche di quegli anni, senza mai essere eccessivamente cupo, merito di una sceneggiatura dai toni umoristici con inserti da musical brioso come insegna il miglior cinema britannico.
La musica composta dalle hit più famose della pop wave di quegli anni (dagli Smiths a Jimmy Sommerville) commenta le avventure dei personaggi, ed ha la capacità di dare il giusto ritmo alla struttura del film che, forse pecca di una scontata prevedibilità.
D’altro canto, sono molti gli spunti riflessivi che il film affronta sfruttando i canoni del commedy-drama. Matthew Warchus, senza la pretesa di impartire giudizi o morali inibitrici, amalgama la tensione tra i due mondi apparentemente inconciliabili, con le battaglie personali che si portano dietro i singoli personaggi, da il coming out, alla violenza omofoba, all’esplosione dell’Aids che inizia in quegli anni a colpire la comunità gay.
Purtroppo la lotta dei minatori non finì bene. Picchietti e proteste furono stroncate dalla polizia e i lavoratori, senza aver risolto niente, tornarono nelle miniere.
Pride, tuttavia, strappa allo spettatore un ultimo sorriso nel vedere i goffi gallesi accorrere a Londra per sfilare con tanto di striscioni al gay pride del 1985.
Da ricordare, infine, che il film, presentato al festival di Cannes, ha vinto il Queer Palm (premio assegnato ai film a tematica LGBT) e concorrerà nella categoria Miglior Film/ Commedia musicale nei Golden Globes del 2015.

(di Annalisa Gambino)
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