Uno sfortunato Madrid Open: sorridono soltanto Nadal e Sharapova

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di Cristiano Checchi 

Madrid. Difficilmente Ion Tiriac ricorderà un torneo maschile di Madrid più sfortunato di quello andato in scena nella settimana appena trascorsa. Il secondo Master 1000 su terra della stagione ha visto da prima il forfait di Novak Djokovic per il problema al polso, poi quello di Roger Federer per la nascita di altri due gemelli e poi, come ciliegina su una torta, però amara, la fine anticipata della finale per infortunio di uno dei due protagonisti. Risultato? A Rafa Nadal il 43esimo titolo sulla terra battuta, che vuol dire -3 dal record di Guillermo Vilas, ma sicuramente meno spettacolo di quello previsto e sperato. La scatola magica di Madrid, però, ha riservato gioie anche per una protagonista del circuito femminile, una campionessa che nell’ultimo periodo sta piano piano tornando ai livelli più noti: nel terzo Premier Mandatory della stagione, infatti, a imporsi è stata Maria Sharapova che ha battuto in finale Simone Halep. 

Non ce ne voglia il numero 1 del mondo, ma qualche copertina, tra cui la nostra, questa mattina va a Kei Nishikori. Il giapponese, infatti, è stato protagonista di una partita a tratti perfetta e che meritava, per ammissione dello stesso Zio Toni, un esito diverso. Dopo aver battuto, in una sfida tiratissima e vinta in 3 durissimi set, uno come David Ferrer, che sulla terra è il duro dei duri a morire, il giapponese, in continua salita nel ranking mondiale, ora è nono, stava avendo la meglio anche del Re della terra. D’accordo non è il solito Nadal e Kei battendolo non avrebbe fatto nulla di tanto diverso da quanto fatto ultimamente da altri colleghi, Ferrer a Montecarlo e Almagro a Barcellona, ma farlo in una finale di un 1000 sarebbe stata cosa ben diversa. Invece, dopo aver dominato il primo set per 6-2 e dopo aver difeso con le unghie e con i denti 4 palle del contro break per Nadal nel secondo set, ci si è messa la sfortuna ad abbatterlo, lì dove le cannonate del mancino di Manacor nulla avevano fatto. Avanti 6-2 4-2 il riacutizzarsi del dolore alla schiena, già patito nella sfida contro Ferrer, lo ha messo fuori gioco. Senza forza e con i movimenti di legno Kei ha dovuto accantonare momentaneamente il sogno di vincere un 1000. Nadal con la sola presenza in campo ha recuperato il break del secondo set vincendolo 6-4. Mentre dopo 3 giochi del terzo set gli sfortunati appassionati che gremivano il Manolo Santana non hanno avuto più nessuna partita da vedere. Troppo forte il dolore per il giapponese che alla fine si è dovuto ritirare. Lo stesso Rafa, c’è da starne sicuro, non è così contento di quest’esito, ma il tennis è così, si prende e si dà. Nella finale degli Australian Open era toccato a lui giocare in precarie condizioni, questa volta è stato il turno del suo avversario. Fortunato che sia, questo è comunque il 27esimo Master 1000 della carriera (primo del 2014) e il 63esimo in assoluto per un Nadal che piano piano sta ritrovando la forma, anche se non sembra ancora quello che sulla terra risulta ingiocabile praticamente per tutti.

Nel femminile, invece, con l’Azarenka fuori combattimento e con la Williams messa fuori gioco dalla Kvitova, e comunque lontana parente di quella formato monster del 2013, è tornata a imporsi Maria Sharapova, che tra un problema è l’altro era intanto scesa 8 del mondo. La finale, andata in scena contro un’ottima Halep, regala il primo Madrid Open alla siberiana, la quale aveva, invece, capitolato nella finale nel 2013 contro, neanche a dirlo, Serenona Williams. E pensare che Maria stava per buttare all’aria anche questa di finale, merito di una grandissima partenza dell’avversaria, in grado di schiantarla 6-1. Nel secondo e terzo set però la partita si è capovolta, la Sharapova giocando finalmente più aggressiva e più profonda, non ha avuto problemi a chiudere con due break 6-2. Nella terza partita, sopra 4-1, ha avuto di nuovo un piccolo passaggio a vuoto facendo rientrare di un break l’avversaria, prima di chiudere definitivamente 6-3. Il successo vale per Maria la 31esima vittoria in carriera (seconda nel 2014), ed è un’altra importante iniezione di fiducia dopo il successo di Stoccarda. A dare una maggiore consapevolezza dell’importanza del risultato è stato il percorso affrontato dalla Sharapova: battute nell’ordine 2, 3 e  5 del mondo, Li Na, Radwanska e appunto Halep.

Con i successi di Nadal e Sharapova chiude così i battenti il giovane torneo madrieleno, che dà appuntamento per la riapertura della scatola magica al 2015, con la speranza che un po’ di fortuna torni a far compagnia al torneo.

Foto Esterna: di Mediapolitika, Rafael Nadal, Internazionali d’Italia 2013.

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