L’insostenibile inadeguatezza del senatore Crimi

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di Fabio Grandinetti

«C’è stata la decadenza di Berlusconi dopo vent’anni e voi ancora parlate del mio post? Sono veramente preoccupato». Ha risposto così Vito Crimi alle insistenti domande di Nino Luca, video reporter del Corriere della Sera, a poche ore dalla gaffe politica, mediatica e istituzionale di cui si è reso protagonista lo scorso venerdì. Il messaggio incriminato, allegato alla foto di un manifesto di supporto al Cavaliere che ha popolato le strade della capitale con la scritta «Non mollare Silvio», è il seguente: «Ma vista l’età, il progressivo prolasso delle pareti intestinali e l’ormai molto probabile ipertrofia prostatica, il cartello di cui sopra con “Non mollare” non è che intende “Non rilasciare peti e controlla l’incontinenza”».

Com’è noto, la Giunta per le elezioni e l’immunità del Senato ha poi votato a maggioranza la decadenza di Berlusconi, ma la simpatica uscita dell’ex capogruppo al Senato del M5S ha rischiato di far slittare i lavori per violazione del silenzio imposto ai membri giudicanti. Il Pdl, per bocca del capogruppo Renato Schifani, ha subito richiesto l’interruzione dei lavori sollecitando un intervento del presidente Pietro Grasso il quale, pur definendo «inqualificabile e gravemente offensivo» il post di Crimi, ha dichiarato di non poter intervenire sui lavori della Giunta già riunita in camera di consiglio.

Il buon Vito sarà sollevato, più che preoccupato, che tutto sia andato liscio e che la sua bravata da cyber-bulletto non abbia avuto serie ripercussioni sull’iter della Giunta. Intanto, dopo la pioggia di rimproveri e sfottò provenienti da tutte le parti, compagni di movimento inclusi, Crimi ha potuto saggiare i morsi spietati e senza volto della rete, fin qui principale strumento della battaglia politica pentastellata: «Niente, non ce la puoi proprio fare a non buttare tutto in vacca. L’hai fatto con il governo Bersani, e ora con la giunta. Secondo me sei berlusconiano, non vedo alternative», oppure «Inesperto e ingenuo? Forse. Ma soprattutto volgare. Specchio di un’Italia che avrebbe la pretesa di cambiare», o ancora «Crimi, o sei un cretino patentato o sei pagato dal Caimano. Io penso tu sia un cretino!». Il tono degli oltre 2000 commenti su facebook è su per giù questo, mentre su twitter impazzano gli hashtag beffardi, come #berlusconianoasuainsaputa.

La goffa corsa ai ripari ha coinvolto il collaboratore di Crimi, Adriano Nitto, il quale, dopo essere stato tirato in ballo come autentico autore del commento su facebook, ha dovuto precisare che il post, pubblicato personalmente dall’ex capogruppo, «è stato inserito alle 10.04, prima dell’inizio della camera di consiglio», motivo per il quale il presidente della Giunta Stefano avrebbe poi deciso di non sospendere la seduta.

Tutto è bene ciò che finisce bene, si dirà, ma l’ennesimo scivolone di Vito Crimi, seppur privo di conseguenze, rimane un gesto pubblico imbarazzante, totalmente privo di ironia, eleganza e tatto, che ricopre ancora di più la figura dell’Onorevole a cinque stelle di un insopportabile senso di inadeguatezza.

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