Rush – L’indimenticabile sfida tra Hunt e Lauda rivive in un’emozionante prova di regia

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di Annalisa Gambino

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Ron Howard, regista premio Oscar nel 2002 per A Beautiful Mind mette in scena il duello tra i due campioni di Formula Uno, James Hunt e Niki Lauda. Il film riporta i fatti realmente accaduti: è il 1 agosto 1976 e sul pericoloso circuito del Nurburgring, in Germania, un incidente cambia le sorti del mondiale. Cosa succede in quella gara gli appassionati lo sanno bene ma prima di rivelarlo il film torna indietro di sei anni ad esplorare l’origine della rivalità tra i due piloti nei tracciati della Formula Tre.

Howard non si limita a raccontare la sfida sportiva che è stata la storia, ma calca i conflitti caratteriali tra i due campioni: da un lato James Hunt, bello, maledetto, donnaiolo e istintivo, dall’altro Niki Lauda, freddo, ossessionato dalla meccanica, calcolatore, talentuoso. Le vite dei protagonisti viaggiano quasi in simbiosi l’una con l’altra in un’altalenante armonia, senza che mai emerga un punto di vista privilegiato. La struttura del film è infatti basata sul principio dell’alternanza e affronta con precisione diverse aree tematiche: i caratteri, i diversi approcci alla pista, le rispettive scuderie (McLaren e Ferrari) e infine i rapporti sentimentali. Prima ancora della gara sportiva, quello che conta è il rapporto umano, esaltato dalla narrazione.

La verità è che, pur nelle reciproche differenze, entrambi invidiano qualcosa dell’avversario: Lauda il feroce istinto e la spericolatezza di Hunt, quest’ultimo lo studio e la dedizione di Lauda. Ad accomunarli è anche la scelta di tradire le aspettative della famiglia per perseguire una strada in cui conta solo la determinazione. La lucidità e il sesto senso del pilota della Ferrari non gli sono stati sufficienti a persuadere i giudici ad annullare la famosa gara di Nurburgring. Poche ore prima della corsa Lauda fa convocare una riunione speciale per esporre i rischi e i pericoli del circuito. Quel giorno non si deve correre e quasi per un gioco del destino è proprio la Ferrari di Niki a sbandare e a finire in mezzo alla pista. Privo del casco volato durante l’urto, Lauda rimane intrappolato nella vettura in fiamme. L’incidente, oltre che a sfigurarlo nel volto, impedisce al pilota di terminare la gara perdendo molti punti tutti quelli che sono sufficienti alla rimonta del suo avversario.

L’avventura non finisce e Lauda torna a correre dopo soli 42 giorni da quella gara infernale, conquistando il podio di Monza. Gli avvenimenti scivolano via veloci fino all’ultima corsa, sul circuito giapponese del Fuji. Le condizioni meteorologiche sono pessime, la gara si svolge sotto una forte pioggia torrenziale nonostante le iniziali titubanze. Questa volta Lauda non se la sente di rischiare. Decide di fermarsi ai box per ritirarsi mentre Hunt prosegue tra le mille difficoltà, piazzandosi al terzo posto e vincendo il titolo di campione mondiale.

Rush è un film che emoziona, che rende partecipe lo spettatore del conflitto prima pratico e poi psicologico dei due campioni, un conflitto tra Ferrari e McLaren ancora oggi molto acceso. Grazie a un’eccellente e impeccabile tecnica di ripresa Howard trasmette gli odori e i suoni quasi artigianali dei motori. Da notare l’assenza di quella patina finta da ”videogame” in cui poteva scadere il regista soprattutto nelle scene del grand prix dove le minuscole macchinine sfrecciano a tutta velocità. Ben messo in risalto il ruggito del motore, mai sentito così in una sala cinematografica, quel rumore assordante che sta alla base della passione automobilistica. E che chiude la pellicola con un finale volutamente dedicato.

Il regista alterna le immagini di finzione con le riprese dell’epoca trasmettendo così al pubblico quel senso di suspense e tensione in grado di restituire l’emozione del rush finale.

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