Social media? Land of opportunity per l’imprenditoria italiana
di Eloisa De Felice
Milano – Social Media Marketing Day 2013 Perché con FB e i social media si può fare molto di più che condividere le foto di gattini. I nuovi strumenti sono la land of opportunity che l’imprenditoria italiana deve solo imparare a gestire con comunicazione mirata a fidelizzare la community dei compratori, rispettandola e supportandola.
Tra i relatori: Nicola Palmarini, Andrea Albanese, Rudy Bandiera, passando per Roberto Liscia, Federico Luperi, Alberto Adorini, Roberto Manzoni e Dario Manuli. E poi ancora David Drake, Giampaolo Colletti, Alberto Muritano. Una giornata di lavori full time quella che si è svolta lo scorso 27 giugno, presso l’Auditorium del Sole 24 Ore. Un pubblico numerosissimo e attento, non solo in sala, ma anche connesso tramite il web. Un appuntamento che ha spaziato dal marketing, passando per il crowdfunding, fino al networking online, oltre a temi quali: blog, social mobile, web tv, ROI & KPI, corporate communication, costumer relationship e chi più ne ha più ne metta in ambito di comunicazione a 360 gradi a livello aziendale.
A chi ritiene che questi strumenti siano accessibili solo alle grandi aziende, l’incontro ha voluto dimostrare come in realtà non sia così. Il punto è la qualità del prodotto. Tenendo presente che, in Italia, di qualità ce ne è veramente moltissima, sfruttando questi nuovi strumenti, l’imprenditoria italiana sarebbe in grado di imporsi non solo a livello europeo, ma sui mercati internazionali. Il web apre, infatti, al globale e con l’e-commerce anche 24 su 24.
Content is the king, distribution is the King Kong, il motto della giornata. Raggiungere mercati inesplorati, come quello cinese, è possibile, basta solo iniziare a usare, in modo mirato, gli strumenti online e social. Sfruttando la fama che contraddistingue i prodotti italiani, imparando un minimo delle strategie social shopping, le imprese italiane possono fare la voce grossa, rilanciando le unicità e i prodotti italiani.
Il ritardo italiano nell’uso di questi strumenti non è tanto infrastrutturale, quanto culturale. C’è chi ha paura a lanciarsi e chi ritiene difficile avere il polso di quanto sia utile usare il web. Ma l’ovvia conclusione, sembra una: tentar non nuoce. In definita si tratta solo di aprire spazi online in cui “parlare” con gli acquirenti. Ne più ne meno che parlare su una piazza virtuale. E l’economia ringrazia per lo sforzo sostenuto.
Si scherza, però con i gattini si può fare tanto, in America c’è un’intera agenzia di comunicazione che costruisce content strategy esclusivamente a partire dai piccoli felini. Si tratta certo di risuonare con il pubblico di riferimento, cosa che può generare effetti positivi anche per il lavoro di un consulente seo. In seogarden.net, stiamo approfondendo l’impatto dei segnali sociali su vasta scala nel posizionamento organico su Google. Insomma, al di là dei gatti, le strategie social e quelle SEO non sono praticamente più scindibili.
Purtroppo non sono riuscita a partecipare al #smmdayit… ma non posso che condividere quanto è emerso da questa giornata!
Credo che un’attenta e consapevole gestione dei social possa far solo che bene alle ns. imprese… a patto però che questa sia, appunto, un’attenta e consapevole gestione! Le aziende devono in primis imparare a riconoscere l’importanza di affidarsi ad un professionista… deve essere abbandonata l’idea che tanto… basta far fare una pagina Facebook o un profilo Twitter all’impiegata di turno ed il gioco è fatto!…
Da qui… poi si può iniziare a studiare la strategia più adeguata.
[P.S.: RuDy Bandiera… non Ruby… ;-)]