Confederations Cup. Spagna – Italia e Brasile – Uruguay: adesso si fa sul serio
Tutto come previsto, poche sorprese nei gironi di Confederetion’s Cup. Brasile e Spagna stravincono i loro raggruppamenti, Uruguay ed Italia si accodano e li raggiungono in semifinale. Si va verso una finale tra i verdeoro padroni di casa e gli iberici campioni del mondo e d’Europa in carica. Un epilogo scontato insomma. Forse, ma forse no.
Il Brasile, storicamente, si fa vincere dalla pressione quando parte coi favori del pronostico, vedi il famigerato mondiale casalingo del ’50 (perso peraltro proprio contro la Celeste), quello dell’82, o l’ultima edizione delle olimpiadi coi brasiliani caduti in finale col Messico. Inoltre l’Uruguay è avversario assai ostico e tenace, conosce a memoria i cugini sudamericani e può contare su una coppia gol di tutto rispetto (Cavani-Suarez) e su un rincalzo di lusso, Abel Hernandez, autore di un poker nell’8-0 contro Tahiti (Tahiti si, mica l’Argentina, ma sempre di quattro gol parliamo). Insomma il Brasile ha Neymar, la nuova stella del calcio mondiale, ha il pubblico dalla sua, ma prendere sotto gamba l’Uruguay equivarrebbe ad un harakiri totale.
E Spagna-Italia? Sarebbe da folli ritenere gli azzurri favoriti, sarebbe da folli ritenere chiunque favorito contro le furie rosse oggi giorno. In più, senza Balotelli e con Montolivo a rischio o nella migliore delle ipotesi non al meglio, la montagna si fa ancora più alta da scalare per i ragazzi di Prandelli. Eppure la Spagna è favorita ma non imbattibile, ha i suoi punti deboli, ad esempio i centrali difensivi non sempre attentissimi, e potrebbe avere un minimo di rilassatezza perché la Confederetion’s Cup non è il mondiale, perché la Spagna negli ultimi cinque anni ha vinto di tutto e di più, nazionali giovanili comprese, e perché a giugno inoltrato le gambe non girano a pieni ritmi. L’Italia ha dalla sua una bella voglia di rivincita dopo le sconfitte con gli iberici negli ultimi due campionati europei disputati, nonché la voglia di ben figurare in una competizione che nelle precedenti avventure ha riportato in Italia soltanto facce deluse e rosse di vergogna. Il gruppo azzurro è compatto, la volontà di conquistare finalmente un trofeo con la nuova guardia è tanta, ma gli ostacoli per trasformare i sogni in realtà sono impegnativi al limite del proibitivo.
Tutti pronosticano una finale tra Brasile e Spagna, tutti attendono la sfida tra Neymar e Torres, ma l’imprevedibile Dio del pallone potrebbe avere in serbo la sorpresa che non ti aspetti.
di Marco Milan