Presentato il dossier di Legambiente: Vent’anni di Ecosistema Urbano

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di Tiziano Aceti

In attesa della presentazione del prossimo dossier Ecosistema Urbano in programma a Bologna il 28 ottobre di quest’anno, Legambiente con la collaborazione di Ambiente Italia ha deciso di festeggiare il ventennale dalla prima pubblicazione. Per fare questo l’associazione ambientalista ha deciso di pubblicare e presentare un dossier dal titolo: Trasformazione Urbane: vent’anni di ecosistema urbano. In sostanza, il dossier offre una panoramica sui cambiamenti che hanno per oggetto il tema ambientale delle principali città italiane.

Inoltre il dossier presenta i risultati dei cambiamenti avvenuti nelle città con maggior popolazione (cioè quelle superiori ai 200.000 abitanti) utilizzando per il confronto dei dati, riferiti agli anni  che vanno dal 2003 al 2011, 10 indicatori che vanno dal consumo di acqua per uso domestico ai passeggeri trasportati dal servizio di Tpl; dalla percentuale di rifiuti raccolti in modo differenziato all’ estensione di piste ciclabili. In prima analisi la situazione fotografata dai dati mostra come le città italiane siano ancora indietro rispetto all’obiettivo di rendere le città in centri il più possibili ecosostenibili.

Nel dettaglio si evince dal dossier come la capacità di depurare i reflui sia passata dal 70% medio del 1993 al 90% del 2011, passando per l’80% del 2003. In crescita anche la produzione dei rifiuti che si attestava nel 1993 sui 454,7 chili per giungere, nel 2011, ai 567,6 chili per abitante all’anno, in contemporanea, la raccolta differenziata è passata dal 4,4% del 1993 al 19,9% del 2003 per arrivare al 37,9% del 2011. Subiscono un calo invece i viaggi dei passeggeri del trasporto pubblico locale che nel 1994 erano in media 97 passando poi nel 2011 ad una media di 83 viaggi per abitante effettuati all’anno sui bus. Questi nel dettaglio sono alcuni dei dati presenti nel dossier rivolti ai Comuni capoluogo di provincia.

Ora invece osserviamo un po’ più da vicino i dati riguardanti le 15 città prese in esame sulla base di 10 indicatori. Nello specifico per quanto riguarda ad esempio le polveri sottili, il cui limite, da non superare per la protezione della salute umana stabilito dalle direttive comunitarie in una media di 40 mg/mc (in passato, nel 2003, il limite si attestava invece sui 43,2 mg/mc) la situazione non è delle più sicure. Torino è la città che nel 2011 ha un valore medio più alto delle città osservate fermandosi al 54,0% scendendo di molto rispetto al 61,0% del 2003 ma rimanendo comunque ben al di sopra del livello di guardia. Segue subito dopo Milano che alza l’asticella dal valore medio di 45,0% del 2003 al 50,0% del 2011. Per le altre invece si vedono dei progressivi miglioramenti notando però come nel 2011 città come Verona ,Padova e Venezia sono ancora al di sopra del limite massimo. Anche in riferimento ai passeggeri del trasporto pubblico i dati nel periodo preso in esame non sono incoraggianti; in realtà un aumento c’è stato ma dai dati si nota che si tratta di una crescita molto lieve.  Se nel 2003, Roma, si attestava sui 499 viaggi per abitante all’anno nel 2011 è passata a 519 viaggi per abitante, lo stesso discorso vale per Milano che cresce lentamente nell’arco temporale 2003-2011, passando dai 404 viaggi per abitante all’anno a 456. Un trend seguito anche dalle altre città dove in alcuni casi si vede addirittura un calo dei viaggi. In conclusione si legge come “il quadro qui analizzato conferma un sistema di trasporto pubblico “al palo”, praticamente fermo, in grave crisi e non competitivo con l’auto privata nelle nostre città.”

In ultima istanza osserviamo come nel dossier si dipinge il quadro sui dati presentati, si legge: “La lettura dei dati indica che alcuni centri urbani, limitatamente ad alcuni indicatori, sono stati capaci di migliorare la qualità ambientale del proprio territorio. Ma nell’ insieme alcune emergenze (rifiuti, smog e mobilità) sono ancora tali nonostante i progressi generalizzati e alcune eccellenze che restano, purtroppo, casi isolati. Nelle città, accanto a quella economica, c’è la crisi della capacità di fare buona amministrazione.”

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