Calcio. Trionfo Juventus, ecco le tappe dei Campioni d’Italia

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Lo scudetto numero 29 in casa bianconera è diventato realtà. Troppo più forte la squadra di Conte, di un gradino superiore alle altre che hanno provato, senza essere mai più di tanto pericolose, a impensierire la compagine juventina.

La più viva fra tutte il Napoli, ma nulla è bastato per impedire a Pirlo e compagni di festeggiare. Campioni d’Italia con tre turni d’anticipo, campioni con 83 punti e la possibilità, con 9 punti a disposizione, di chiudere a 92 punti. Una squadra quasi perfetta che nonostante le fatiche europee è riuscita a mantenere alto il livello domenica dopo domenica. Perdendo di più dello scorso anno (ripetere una stagione da imbattuta era impossibile) ma pareggiando di meno e di conseguenza vincendo di più: così la vittoria è stata il naturale epilogo di un campionato dominato. Vinto dai vari Buffon e Barzagli, Vidal (capocannoniere), Pirlo e Marchisio, reinventato a un certo punto come uomo più offensivo insieme a Vucinic, altro protagonista con i suoi soliti gol decisivi e quasi mai banali.

La cavalcata bianconera ha preso il via così come l’aveva preso l’anno prima, contro il Parma e sempre con una rete Lichtsteiner, più che presagio positivo in vista del campionato da disputare. La rete del 2 a 0 è firmata dal signore del centrocampo bianconero, con la prima uscita della punizione che durante l’anno regalerà soddisfazioni, quella rasoterra sotto la barriera.

Settembre è il mese delle sfide molto sentite dai tifosi, quella contro la Fiorentina e la Roma. La prima vede la prima Juve in difficoltà, o forse sarebbe più giusto dire che fu un grande partita della bellissima Fiorentina in via di costruzione da Montella. Lo 0 a 0 va stretto ai viola. La domenica dopo però, il 30 settembre, allo Juventus Stadium arriva la Roma, e la sfida, già sentita di suo, diventa rovente per la presenza del grande nemico Zeman. Non c’è storia, la Juve fa malissimo ai giallorossi. Dopo 20 minuti è già 3 a 0, frutto delle reti di Pirlo, Vidal e Matri. La Roma segna nella ripresa con Osvaldo, come Vidal dal dischetto, chiude Giovinco per il 4-1. Il grande nemico Zeman è così battuto.

Il 20 ottobre è invece tempo della sfida con una delle rivali per lo scudetto: il Napoli. È la notte in cui nasce la stella di Pogba. La sfida è tutt’altro che spettacolare, molto bloccata. Al Napoli lo 0 a 0 andrebbe comunque benissimo, ma la forza bianconera quest’anno è anche nella panchina. Due subentrati decidono l’incontro, all’80’ Cacares, al 82’ proprio il giovane Pogba fa partire un siluro da 30 metri per il 2-0. La domenica dopo è il turno della discussa vittoria a Catania, con il gol regolare di Bergessio annullato dopo parecchi minuti di conciliabolo.

È a novembre però che arriva la prima delusione, la sconfitta (parola che Conte non riesce neanche a pronunciare) fa capolino allo Juventus Stadium, e arriva proprio con l’avversario più “odiato” degli ultimi anni, l’Inter. Nel posticipo di sabato 3 novembre Stramaccioni è il primo a espugnare la nuova casa juventina, e lo fa in una partita perfetta, viziata dall’a 1 a 0 bianconero in netto fuorigioco dopo pochissimi minuti. Poi la doppietta di Milito e il gol di Palacio regalano la storica vittoria all’Inter. Novembre mese duro, dopo la caduta con l’Inter arrivano altre importanti vittorie, ma il 25 aprile si ritorna a scoprire il sapore amaro della sconfitta, e ancora contro un milanese. Il Milan s’impone con un rigore che non c’è trasformato da Robinho.

Il primo dicembre è il turno del il 3 a 0 secco nel primo derby della storia allo Juventus Stadium, doppietta di Marchisio e gol finale di Giovinco. L’8 dicembre a Palermo il popolo bianconero ritrova il suo condottiero, Antonio Conte torna dopo i 4 mesi di squalifica e la Juve s’impone 1 a 0 in casa dei rosanero.

Dopo la sosta natalizia il capitombolo più inaspettato: la Juve il 6 gennaio cade in casa contro la Sampdoria. In vantaggio con Giovinco e sopra di un uomo, la Juventus subisce una doppietta di Icardi. Conte è una furia, un passaggio a vuoto nel suo credo calcistico non è contemplato. Gennaio si conferma però mese duro ed ecco arrivare i pareggi con Parma e Genoa. A febbraio il peggio è passato la squadra si rimette sugli attenti e tra le altre liquida la Fiorentina con un 2 a 0 casalingo. Poi però arriva l’ultima sconfitta del campionato, il 16 febbraio. La nuova Roma di Andreazzoli, con un bolide di capitan Totti, batte i futuri campioni.

Poi nessun passo falso e il primo marzo con l’1 a 1 in casa del Napoli il più temibile avversario per lo scudetto è domato, il Napoli perde lo slancio e comincerà a distaccarsi dal treno scudetto. Su quel treno invece c’è salita senza problemi la Juventus alla quale ormai mancano solo piccoli dettagli da sistemare, come l’affronto patito all’andata dall’Inter. Il 30 marzo lo scontro a San Siro ha un assoluto protagonista: Fabio Quaglierella. Per l’attaccante di scorta di Conte un euro gol e l’assist a Matri per il 2-1 (di Palacio la rete interista).

Ad aprile tocca al Milan subire la stesa sorte, la pratica rossonera è liquidata il 21 aprile, di Vidal dal dischetto la rete. Prima della festa scudetto c’è po ancora tempo per ribattere anche i cugini allo Olimpico di Torino, 2 a 0 maturato negli ultimi minuti e, neanche a dirlo, ad aprire le marcature è Vidal. Di Marchisio, vero mattatore nei derby, la rete che ha chiuso l’incontro.

Poi è storia recente, quella di un altro 5 maggio, di uno scudetto vinto meritatamente, potendo contare sullo staff in grado di sostituire Conte, nei mesi fuori per squalifica, alla grandie. Prima Carrera e poi Alessio hanno potuto contare su un gruppo giocatori duttili e uniti che magari, mentre festeggiano un altro scudetto vinto, si chiederanno a cosa servirebbe il famigerato top player.

Cristiano Checchi 

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