Nordic Film Fest 2013 – “Palme”, il Premier che cambiò la Svezia

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di Cristiano Checchi 

La tre giorni di cinema nordico nella Casa del Cinema di Roma ha portato, venerdì 12, alla proiezione di Palme, un documentario film sulla vita del politico Olof Palme.

Ma chi è Olof Palme? Primo ministro svedese, assassinato a Stoccolma la sera del 28 febbraio 1986. Il suo assassinio ha cambiato la storia della Svezia, ed è stato proprio questo a spingere la regista, Kristina Lindström, a cimentarsi nel racconto della vita di un uomo centrale nella storia svedese. Presente all’introduzione del documentario ha spiegato: “E’ stato un trauma (l’omicidio) e ancora oggi non siamo riusciti a parlare di Palme come uomo, ma tutto è incentrato sul suo assassinio, su chi l’ha commesso e sul perché. La sua morte ha messo in ombra la sua persona, noi invece volevamo parlare solo di lui, della sua vita e della sua politica. Avevamo deciso di non incentrarsi sul suo omicidio, visto che dal momento in cui ci si incentra su questo si perde di vista il personaggio Palme”. Il docu-film della Lindström ha inoltre il vanto di essere la prima opera sul primo ministro svedese che può avvalersi della collaborazione della famiglia: “Per la prima volta hanno accettato di parlare i famigliari. Un bel giorno ci hanno permesso anche di visionare spezzoni di video privati, e all’interno di questa enorme quantità di materiali abbiamo trovato delle scene e degli spezzoni fantastici – e ancora – l’abbiamo fatto per la Svezia ma anche per quei giovani che non erano neanche nati”. Enorme inoltre il successo di pubblico: “‘Palme’ È stato visto al cinema da un quarto di milioni di persone, è stato il docu-film con la maggiore presenza al cinema negli ultimi 30 anni. In tv l’hanno visto 4 milioni di persone”. In sala, a introdurre il documentario, anche lo scrittore Aldo Garzia, giornalista e autore del libro Olof Palme, vita e assassinio di un socialista europeo, e l’on. Walter Veltroni.

A spiegare brevemente la figura di Palme è stato proprio il giornalista Aldo Garzia, interessato da sempre al caso ancora irrisolto del Primi Ministro socialdemocratico, ucciso a colpi d’arma da fuoco mentre tornava dal cinema. Il paragone è con quegli omicidi politici storici noti a tutti: “È un delitto politico che ha cambiato la storia di un paese, come Kennedy, come Martin Luther King o come Aldo Moro in Italia – proseguendo – C’è un rapporto però complicato e conflittuale con la sinistra italiana che fu, infatti, minimo e infruttuoso”. La figura di Palme per la Svezia fu importante non solo per il miglioramento del welfare state, ma anche per la politica estera: “Nella storia svedese il suo merito è stato quello di aver trasformato il neutralismo tradizionale in una categoria politica attiva. Proprio perché neutrale la Svezia poteva porsi tra le difficoltà dei rapporti tra le potenze durante la guerra fredda. Fu attivo e combattivo: no al Vietnam, che portarono a importanti scontri con l’America, no all’apartheid e si a un totale disarmo nucleare. Anche Veltroni ha dedicato due parole a quel politico che lui stesso citò al lingotto di Torino nel 2007 per la nascita del Pd. Palme è morto perché uomo del cambiamento. E i cambiamenti non si annunciano, si fanno. Ad unire Italia e Svezia, ha raccontato lo stesso Veltroni, c’è poi l’ipotesi del coinvolgimento di Licio Gelli (capo della P2) nell’omicidio Palme. “Informa i nostri amici che la palma svedese verrà abbattuta” questo sarebbe il contenuto del messaggio arrivato a Philip Guarino, esponente del Partito Repubblicano, a firma di Licio Gelli spedito tre giorni prima dell’omicidio. Tutto comunque resta ancora avvolto nel mistero.

Un documentario che ripercorre tutto l’universo Palme, passando dall’infanzia ai primi interventi politici. Dal rapporto con Tage Erlander, suo mentore e predecessore alla guida della Svezia (è il 1969 quando Palme diventa Primo Ministro). Passando per la prima bruciante sconfitta dei socialdemocratici dopo 44 anni di vittorie, nel 1976, fino ad arrivare al nuovo successo nel 1982. Nel docu-film non si tralasciano ovviamente i problemi e gli aloni che appartengono alla vita di un uomo di potere. A destare però maggiore curiosità sono quegli spezzoni, inediti e non, che mostrano l’uomo Palme, oltre le battaglie politiche. il Palme marito e padre di famiglia, nelle vacanze estive e nei momenti di felicità familiare ritagliati alla vita politica. Incisive, infatti, nel susseguirsi del racconto, le testimonianze della moglie e dei tre figli, i quali raccontano la vicenda dell’assassinio con gli occhi lucidi di chi, più di altri, ha vissuto il drammatico episodio, che ha sconvolto una nazione, sulla propria pelle. Che comunque la morte non sia il tema centrale scelto dalla regista lo si capisce dall’inizio, da quello spezzone di intervista che viene riproposto in apertura di documentario.  David Frost chiedeva: “Hai mai immaginato come potrebbe essere il tuo necrologio?” Olof Palme rispondeva: “No e spero di non farlo fino all’ultimo respiro, chi ci pensa inizia ad essere spaventato e perde la vitalità nel fare le cose”. 

foto di Cristiano Checchi 

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