Nasce StartupItalia: una piattaforma sociale di start-up

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di Tiziano Aceti

Con il decreto Crescita 2.0 il settore delle start-up attraverso alcune misure sugli sconti fiscali, dovrebbe, almeno nelle intenzioni del governo Monti, in qualche modo essere agevolato per la nascita di queste nuove realtà imprenditoriali. L’articolo 25 c.2 della legge 221/2012 definisce così la start-up innovativa: “[…]l’impresa start-up innovativa, di seguito «start-up innovativa», è la società di capitali, costituita anche in forma cooperativa, di diritto italiano ovvero una Società Europea, residente in Italia ai sensi dell’articolo 73 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, le cui azioni o quote rappresentative del capitale sociale non sono quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione[…].”

Di pochi giorni fa è il lancio di una nuova piattaforma “dedicata  all’innovazione: una vera e propria rete sociale di start-up, venture capitalist, co-spazi di lavoro e una rete di blog locali per individuare innovatori in ogni città”, questo l’incipit del post scritto da Diletta Dincao che dà il benvenuto a StartupItalia. Un sito che si presenta in inglese e in italiano, dalla grafica semplice, e con una pagina dedicata all’infografie attraverso le quali vengono illustrate le percentuali di distribuzione delle start-up sul territorio italiano. Dopo un periodo di gestazione il progetto ha preso ufficialmente via con l’inaugurazione della piattaforma. Il fine ultimo del progetto sarà quello di incontrare per la fine del 2013 almeno 1000 start-up in giro per l’Italia. Infatti, alla piattaforma viene affiancato anche un viaggio che toccherà alcune città italiane (e alcune città estere) con lo scopo di scovare le migliori start-up nostrane. Il tour si chiuderà con la presentazione delle migliori dieci start-up che costituirà l’evento, TechGarage, conclusivo del tour mentre le migliori cento start-up avranno l’occasione di mostrare le proprie idee e iniziative nei bootcamp TechWeek.

L’importanza sull’economia delle start-up è messa in evidenza dall’Osservatorio  Start-Up della School of Management del Politecnico di Milano che osserva come: “Le start-up non hanno solo un impatto diretto sulla crescita economica (contribuendo a generare Pil e occupazione), ma anche un effetto indiretto: contribuiscono, attraverso la generazione di innovazione, nuova conoscenza  e pressione competitiva, al miglioramento della produttività, della innovatività e della competitività delle imprese tradizionali operanti nel sistema economico”. Sempre dall’ Osservatorio si apprende il ritardo dell’Italia sia in termini quantitativi del numero delle start-up e sia sugli investimenti che vengono indirizzati verso questo settore. Apprendiamo, infatti, che l’Italia investe un settimo rispetto alla Francia, un quinto rispetto a quanto investono Germania e Regno Unito e la metà di quanto invece investono Svezia, Finlandia e Norvegia.

Osservando i dati ufficiali della Camera del Commercio (che tra l’altro sulla start-up innovativa ha redatto una guida con il coordinamento del Ministero dello Sviluppo Economico)  riguardo alle start-up innovative iscritte al registro delle imprese, dopo la legge Sviluppo, vediamo come il numero si attesta a 307 imprese (dati aggiornati al 11 marzo 2013). Apprendiamo così che il Piemonte si afferma al primo posto con 50 start-up seguito dalla Lombardia con 47 imprese e dal Veneto con 39. La maglia nera invece è del Molise con 0 start-up seguite subito dopo dalla Basilicata e dalla Valle d’Aosta con 1 e dalla Puglia con 2 start-up.

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