Serie A- Il punto sull’ultima del 2012

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di Cristiano Checchi

Ormai il girone d’andata è volto verso la fine, sabato si è infatti disputata la 18esima giornata di A, con pochi cambiamenti, se non la nuova seconda della classe. Sarà la Lazio, dopo Inter e Napoli, a sperare di essere almeno per un po’ l’anti Juve. Si parla di speranze perché, senza voler togliere meriti alla macchina quasi perfetta di Petkovic, per quest’anno l’anti Juventus non sembra proprio esserci. La vittoria di venerdì sera sul neutro di Parma (il perché non si è giocato a Cagliari resta uno dei soliti misteri del calcio italiano) contro il Cagliari è l’ennesima prova della superiorità della squadra di Conte: 1-3 e +8 sulla prima inseguitrice. La Lazio appunto. I biancoazzurri sabato pomeriggio liquidano con il minimo sforzo la Samp dell’amico Delio Rossi, alla prima sulla panchina blucerchiata e alla prima dopo l’indegna rissa con Ljaic. Il profeta torna tale e realizza il gol vittoria, in una delle poche giornate in cui Klose era rimasto in disparte. Se Petkovic chiude l’anno alla grande, c’è anche un altro allenatore che ha vissuto un anno d’oro: Vincenzo Montella. La sua Fiorentina scala posizioni su posizioni, liquida 3-0 il Palermo al Barbera (doppio Jovetic e Gonzalo Rodriguez) e vola al terzo posto pari con l’Inter. Chi non vive un grande finale d’anno è il Napoli di Mazzarri, che sì vince a Siena (alla prima con Iachini) nei minuti finali con reti di Maggio e Cavani su rigore, ma che vive fuori dal campo una situazione delicata. Alla classifica dei partenopei, infatti, mancano 2 punti, tolti per la penalizzazione relativa al calcioscommesse, che vede inoltre il capitano Cannavaro squalificato per 6 mesi. Una situazione delicata che ha fatto scendere il Napoli a quota 34, sotto anche all’Inter che dalla vittoria di Torino balbetta e non poco. Sabato alle 12 e 30 solo un pareggio casalingo contro la penultima in classifica, quel Genoa di Immobile che segna l’1 a 0 e zittisce i tifosi che l’avevano fischiato, la vecchia colonna Cambiasso regala nei minuti finali il pareggio a Stramaccioni, che però difficilmente dimenticherà il palo di Lvaja praticamente sulla linea di porta. Fanalino di coda del treno che sogna l’Europa è la “fastidiosa” (per detta di Zeman) Roma. I giallorossi dimostrano che il passo falso di Verona è stato solo un incidente di percorso, una piccola deviazione dalla retta via che sembra ormai esser stata tracciata. Con la vittoria sul Milan, sceso all’Olimpico per il sorpasso, Zeman va a 3 punti dal terzo posto. Era il big match della giornata, la partita forse più attesa ed è stata però una partita senza storia. La Roma è schiacciasassi sui resti di un Milan che nella sera romana ci ha capito ben poco. Dopo 30 minuti Burdisso, Osvaldo e Lamela avevano già trafitto tre volte il diavolo rossonero, tradito poi proprio dal suo uomo migliore, quell’El Shaarawy che da solo davanti a Goicoechea fallisce il gol dell’immediato pareggio. La partita del Milan si spegnerà lì, per riaccendersi solo al minuto 87, dopo che Lamela aveva già fatto il quarto, e che la Roma cominciasse a sbandare per l’espulsione di Marcos. Pazzini su rigore e Bojan in 40 secondi fanno due gol, ma è troppo tardi. Sotto il Milan c’è un ottimo Parma che vince il derby in casa del Bologna. In vantaggio con Sorensen i rossoblù si fanno rimontare da Valdes prima e da Sansone poi, unico capace di farsi ammonire per esultare senza però togliersi la maglia. Il motivo è l’aver cercato Diamanti e avergli gridato più volte delle frasi, il contenuto però resta un mistero. Sotto al Parma resta fermo a 25 il Catania che esce sconfitto da Pescara. Corse alla Mazzone per Bigon e lacrime per Togni, l’autore del gol vittoria al minuto 95. Ora il Pescara ci crede, per la prima volta dall’inizio del campionato i delfini sono fuori dalla zona retrocessione. Nel freddo di Bergamo invece si consuma un pareggio che serve a poco a entrambe tra Atalanta e Udinese: finalmente Muriel per i bianconeri, pareggio del solito Denis per gli atalantini. Prende aria il Torino che va a quota 19 dopo aver fermato la corsa del Chievo. All’Olimpico di Torino l’autogol di Sardo e il gol di Gazzi regalano tre punti a Ventura.

Per questo 2012 la Serie A ha detto tutto, ora la palla passa al 2013.

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