Miur, firmato Memorandum tra 6 Paesi europei. Favorita mobilità di 2000 studenti
di Fabio Grandinetti
In un comunicato dello scorso 11 dicembre il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ha reso nota la sottoscrizione di un memorandum, che ha sancito la conclusione di una due giorni dedicata all’occupazione giovanile e al potenziamento del ruolo dell’istruzione tecnico-professionale in Europa. L’accordo è stato firmato dai ministri dell’istruzione tedesco, spagnolo, slovacco, greco, lettone, portoghese e dal sottosegretario italiano, con delega alla formazione tecnico-professionale, Elena Ugolini. Secondo quanto riportato dal Ministero, con il documento i paesi firmatari si propongono di «accrescere l’attrattività e la qualità dell’istruzione e formazione professionale; coinvolgere le parti sociali e le realtà produttive in materia di istruzione e formazione professionale; incrementare la mobilità in materia di istruzione e formazione professionale, come contributo allo sviluppo di un mercato europeo del lavoro e dell’istruzione; realizzare almeno 30 progetti-faro, con l’obiettivo di creare reti di formazione regionali tra le imprese e le camere di commercio nei Paesi partner nel corso dei prossimi due anni».
Contestualmente al memorandum, il nostro paese ha raggiunto un accordo con la Germania per l’istituzione di una task force operativa finalizzata alla realizzazione di 5 progetti che coinvolgeranno, tra l’altro, istituti tecnici, istituti professionali, centri di formazione professionale, fondazioni ITS ed aziende. Nel comunicato si legge che «saranno coinvolti circa 2mila giovani che avranno la possibilità di intraprendere percorsi fortemente integrati con l’ impresa e svolgere stage e tirocini in aziende italiane e tedesche».
«Questo Governo – ha dichiarato il sottosegretario Elena Ugolini – ha messo al centro della propria agenda il potenziamento dell’istruzione tecnico-professionale […] per annodare filiere formative e filiere produttive attraverso la costruzione di poli tecnico professionali ed il potenziamento del livello terziario di istruzione tecnica non accademica (ITS)».
I partner europei, pertanto, continuano a comunicare tramite lo scambio di sapere e di competenze, ma gli sforzi profusi in tal senso rischierebbero di essere vanificati se dovesse essere confermata l’intenzione da parte della Commissione Europea di cancellare il programma Erasmus, strumento che da oltre due decenni permette, quantomeno in campo accademico, una reale integrazione culturale all’interno del continente.