Si è spento Fiorenzo Magni, ultimo eroe di un ciclismo d’altri tempi

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di Giovanni Fabbri

A dicembre avrebbe compiuto 92 anni, era ancora in buone condizioni fisiche e lucidissimo di mente. Le grandi imprese in sella alla sua bicicletta rimarranno per sempre nella memoria degli appassionati di ciclismo. Da venerdì mattina abbiamo tutti il dovere di ricordarlo un po’ di più, perché si è spento anche Fiorenzo Magni, l’ultimo protagonista dell’epoca d’oro del ciclismo italiano. In una sola parola era il ciclismo, l’unico uomo che potesse testimoniare di persona i cambiamenti e l’evoluzione di questo sport.

Fu protagonista dal periodo delle due guerre mondiali, quando con Coppi e Bartali accendeva la passione di milioni d’italiani, fino ai giorni nostri, dopo il ritiro fu infatti Commissario tecnico della Nazionale, presidente dell’Associazione Corridori e presidente della Lega del Professionismo. I suoi successi furono tanti, ma non tantissimi. L’unica piccola sfortuna forse fu quella di scontrarsi, sportivamente parlando, proprio con Fausto Coppi e Gino Bartali. Per lui però non si trattò di sfortuna, ma addirittura di un vantaggio. “Senza quei due”, disse, “non sarei mai stato nessuno, mi hanno fatto diventare un uomo. Devo ringraziarli”. Ottenne i successi più importanti al Giro delle Fiandre, vincendolo per ben tre volte consecutive e guadagnandosi così il soprannome storico di “leone delle Fiandre”. Trionfò per tre volte anche al Giro d’Italia, nel ’48, nel ’51 e nel ’55, indossando quella maglia rosa che nella prossima edizione della storica corsa a tappe sarà dedicata proprio a lui. Verrà ricordato dopo ogni tappa del prossimo Giro e l’arrivo della corsa sarà a Brascia dove verrà organizzato un momento in sua memoria. Era un ciclismo diverso quello dei suoi tempi.

Le due ruote correvano solo su strade sterrate. Impervie salite e ripide discese mettevano a dura prova non solo la resistenza dei protagonisti, ma anche e soprattutto il loro coraggio. Era uno sport animato esclusivamente dalla passione di chi lo praticava e di chi amava seguirlo. Erano tanti coloro che andavano a posizionarsi lungo il percorso in attesa di vedere passare i loro beniamini e coloro che avevano la fortuna di possedere una radio informavano gli altri spettatori sull’andamento della corsa. Alcuni atleti avevano il potere di trasformare lo sport da passione in leggenda, talvolta in magia, Fiorenzo Magni fu senza dubbio uno di questi.

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