Casapound si candida alla Regione Lazio

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di Pierfrancesco Demilito

Che CasaPound Italia si sarebbe candidata alla guida di Roma non era un mistero. Ma qualche giorno fa un comunicato ha annunciato che il movimento “sarà in campo anche per le regionali del Lazio con un proprio candidato presidente e liste in tutte le province della regione”.

In realtà per sapere che CasaPound era scesa in campo non avevamo certo bisogno di un comunicato. In queste ore, infatti, bastava girare per le strade della Capitale per imbattersi in manifesti con lo slogan “CasaPound, l’unico voto utile”. Cartelloni apparsi ovunque, in maniera spesso abusiva. Insomma, per annunciare l’impegno elettorale hanno deciso di imbrattare l’intera città.

“Ci presentiamo agli elettori forti di quello che abbiamo fatto in quasi dieci anni di attività sul territorio di Roma – leggiamo in una nota diffusa dal fondatore e presidente di CasaPound Italia, Iannone – senza finanziamenti pubblici o occulti e basandoci solo sulle nostre forze”. Eppure ricordiamo bene che il comune di Roma, grazie al sindaco Alemanno, ha speso ben 11.800.000 euro per acquistare la sede del movimento in via Napoleone III, a due passi da Piazza Vittorio. Nel piano di investimenti del Campidoglio per il biennio 2012-2014, infatti, è stato previsto un piano di scambio patrimoniale con il Demanio. Di riffa o di raffa un bel po’ di soldi pubblici spesi per CasaPound.

Ma è lo scandalo che ha travolto Fiorito, la Polverini e la Pisana a spingere i fascisti del Terzo Millennio ad autonominarsi moralizzatori della politica. Non a caso, infatti, un altro degli slogan scelti da CasaPound è: “Smetti di dare ostriche morali al tuo grosso parassita interiore”. E giacchè parliamo di morale, siamo proprio sicuri che Casapound possa ergersi a censore degli altrui comportamenti?

La cronaca racconta che Iannone ha alle spalle: una condanna a dieci mesi di reclusione per una rissa scoppiata a Sulmona durante un concerto del suo gruppo musicale, una a quattro anni per un’aggressione ad un carabiniere in borghese a Predappio in occasione dell’anniversario della morte di Mussolini e, come se non bastasse, nello scorso luglio a Viterbo, insieme ad un gruppo di aderenti alla sua organizzazione, ha aggredito il direttore del quotidiano online “Il Futurista”, Filippo Rossi. Il giornalista ha denunciato il leader di CasaPound. Secondo la sua ricostruzione, una quindicina di persone guidate appunto da Iannone lo ha picchiato a suon di calci e pugni. La replica del presidente del movimento non si è fatta attendere e se qualcuno di voi immagina una presa di distanza da questa azione resterà deluso: “una discussione tra vecchi amici che amici non sono più, in cui la ricerca di un chiarimento verbale è finita in un gesto di marinettiana memoria. Quante storie per uno schiaffone futurista”.

Non va meglio al vicepresidente di CasaPound e consigliere nel XX municipio di Roma, Andrea Antonini, che rischia di essere rinviato a giudizio per falsa dichiarazione ad un funzionario dell’anagrafe e per favoreggiamento. Secondo l’accusa, Antonini e Pietro Casasanta, responsabile dell’associazione di protezione civile di CasaPound, avrebbero fatto ottenere una carta d’identità falsa ad un narcotrafficante legato alla camorra latitante dal 2004 e inserito dal Viminale nell’elenco dei 100 ricercati più pericolosi.

E non finisce qui. Alberto Palladino, dirigente di CasaPound nel IV municipio della Capitale, è stato condannato a due anni e otto mesi di reclusione per aver aggredito un gruppo di giovani del Partito Democratico.

Insomma, senza dubbio siamo stufi di politici corrotti, di amministratori che ogni giorno studiano un nuovo modo per rubare soldi pubblici, di un sistema politico in declino, ma non per questo al loro posto vogliamo dei picchiatori. Siamo sicuri che esista un’Italia migliore di quella che governa al momento il Paese e speriamo che sia questa parte a prendere in mano la gestione della res publica e non certo un gruppo di violenti. Le squadracce hanno già governato l’Italia e ancora oggi cerchiamo di superare quella pagina vergognosa della nostra storia.

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One thought on “Casapound si candida alla Regione Lazio

  1. Signor Pierfrancesco, lei è libero di non votare CasaPound. Voti chi vuole… e se non lo dichiara pubblicamente forse è perchè la sua preferenza la farebbe arrossire.

    Perchè poi alla fine dell’articolo si permette anche di usare il plurale? Parli per lei.

    Lasci fluire potente dentro di lei la dea democrazia, e attenda il risultato delle urne, l’espressione della sovranità popolare.

    Tre note:

    1 – il comune ora è proprietario del palazzo di Via Napoleone III, noi siamo sempre occupanti. Non si capisce bene da cosa dovrebbe nascere il nostro vantaggio.

    2 – le vicende legate all’imparzialissima attenzione giudiziaria nei nostri confronti attendono 3 gradi di giudizio (oltre il suo).

    3 – I nostri manifesti sono abusivi come tutti gli altri, ma sono AUTOFINANZIATI e non sono pagati con soldi pubblici, contrariamente a quelli affissi abusivamente da tutti i partiti che lei si scorda di citare

    In ultimo, si, Gianluca Iannone ha mollato uno schiaffo a Filippo Rossi. Perchè è un uomo. Siamo ancora esseri umani e non pagliacci impagliati svuotati di ogni caratteristica biologica. Siamo come la gente che può incontrare in strada, quella vera. Che lavora, suda, soffre, si incazza, litiga.

    Stia bene.

    Simone Di Stefano

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