Al voto anche Trani e Cefalù. Occasione sprecata a Casal di Principe

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di Pierfrancesco Demilito

Non si possono descrivere le amministrative senza dedicare spazio alle elezioni nei piccoli comuni. Quei piccoli centri in cui la campagna elettorale per il sindaco accende ancora gli animi e monopolizza le discussioni nei bar per qualche settimana. Quei paesi in cui la linea politica del partito nazionale conta ben poco di fronte ai dissapori o alle simpatie degli amministratori locali, e così può capitare che un candidato della Lega venga sostenuto dalla Destra di Storace oppure che durante un comizio sventolino una accanto all’altra le bandiere di Fli e Sel. Quei comuni che per la candidatura di un big o per l’importanza simbolica che ricoprono a livello nazionale, guadagnano per qualche giorno la ribalta della cronaca.

MONTELAPIANO – Questa piccola carrellata tra i comuni d’Italia chiamati a rinnovare le loro amministrazioni comunali inizia da Montelepiano, in provincia di Chieti. E’ il più piccolo comune al voto. Gli elettori sono solo 77 ma i candidati a sindaco sono ben 5 e quelli a consigliere 29.

SESTO SAN GIOVANNI – Detta la Stalingrado d’Italia è da sempre roccaforte della sinistra ma lo scandalo giudiziario che ha travolto recentemente la giunta guidata dal sindaco Pd, Giorgio Oldrini, ha riaperto i giochi. La sfida è quasi tutta tra donne. Da un lato c’è l’assessore alla cultura della giunta uscente, Monica Chittò, sostenuta da Pd, Sel, Italia dei valori, Federazione della sinistra e Socialisti per Sesto. E dall’altro la docente universitaria Franca Landucci del Pdl. In gara c’è anche l’imprenditrice Alessandra Aiosa, pronta a dare battaglia sul recupero delle aree Falck e sui temi della cultura e dello sport.

TRANI – Nel comune pugliese assistiamo ad alcune grandi coalizioni, inimmaginabili a livello nazionale. L’avvocato Ugo Operamolla, infatti, è sostenuto da una coalizione che unisce i dipietrsti dell’Idv con i militanti dell’Udc, la sinistra di Sel con la destra di Fli, e naturalmente Pd, Partito Socialista e Verdi. Per non farsi mancare proprio niente ci sono anche cinque liste civiche. Tutti insieme appassionatamente per sfidare Gigi Riserbato, candidato del Pdl e di un esercito composto da sette liste civiche. Ma le alleanze inattese non finiscono qui. Fabrizio Ferrante, infatti, è riuscito nell’impresa di unire in coalizione i centristi dell’Api e l’estrema sinistra di Rifondazione e Comunisti Italiani.

CANTÙ – Tutto il mondo è paese. E così se a Trani destra e sinistra si alleano senza batter ciglio, a Cantù, in provincia di Como, i padani secessionisti della Lega sono alleati con la Destra di Storace, sempre attenta alla difesa del tricolore.

CEFALÙ – Dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Salemi, Vittorio Sgarbi tenta nuovamente di indossare la fascia tricolore. Questa volta il critico d’arte è in corsa a Cefalù, importante centro turistico a pochi chilometri da Palermo. Per tentare questa impresa, visto anche il rifiuto ricevuto dal Pdl che non ha accettato la sua candidatura, Sgarbi ha fondato un partito tutto suo, il Partito della Rivoluzione.

CASAL DI PRINCIPE – Nel comune casertano di Casal di Principe, centro nevralgico dell’impero del malaffare dei Casalesi, erano pronti alle elezioni. Intorno alla figura di Renato Natale, che da tempo sfida i clan con campagne per la legalità e in difesa dei migranti, si stavano raccogliendo tutti i partiti del panorama politico locale: Pd, Sel, Idv, ma anche Udc, Fli, e Pdl. Uno dei nemici giurati dei casalesi, un uomo che già in passato ha ricevuto minacce di morte dalla malavita, stava per diventare il candidato unico alla carica di primo cittadino. Poi, però, è arrivata la decisione del ministro Cancellieri di sciogliere il consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche. Le elezioni vengono rinviate al 2014. Ma Renato Natale non si è arreso neanche questa volta e ha inaugurato la sua campagna elettorale. «Durerà 18 mesi – dice – quanto i mesi del commissariamento».

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