Nasce la “Carta di Pisa”, codice etico di legalità e trasparenza negli enti locali.

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di Lucia Grazia Varasano

Illegalità, fenomeno dilagante che sottrae ogni anno più di 300 miliardi di euro ai cittadini italiani, inchieste giudiziarie che vedono implicati amministratori locali e politici nazionali, norme e convenzioni internazionali firmate ma ancora non ratificate, in primis la Convenzione di Strasburgo. Per sopperire alle lacune legislative italiane e sulla scia della campagna “Corrotti”- condotta da Avviso Pubblico e Libera- nasce la ” Carta di Pisa“, un codice etico per gli amministratori pubblici che muove in particolare contro la corruzione e l’ infiltrazione mafiosa. Promossa da “Avviso Pubblico”– l’ Associazione di Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie– è il frutto di un lavoro di gruppo coordinato dal prof. Alberto Vannucci e composto da amministratori locali, docenti universitari, funzionari della Pubblica Amministrazione, giuristi.

Scritto nella filosofia dell’ open source, non è ancora una versione definitiva ma un work in progress, è un codice di autoregolamentazione laddove non arriva la legislazione statale in seno alle autonomie locali che può essere adottato- dagli amministratori pubblici che intendono rafforzare la trasparenza e la legalità- con un atto del Sindaco o del Presidente della Provincia o della Regione, con delibera di giunta o di consiglio, ma anche da un singolo consigliere.

Gli interventi- Alla presentazione della Carta di Pisa, a Roma presso la Sala stampa della Camera dei Deputati, sono intervenuti anche: Bernardo Giorgio Mattarella, docente dell’Università di Siena e componente della Commissione di studio sulla trasparenza e la prevenzione della corruzione nella Pubblica amministrazione istituita dal Ministro della Pubblica amministrazione e per la semplificazione, Ermanno Granelli, magistrato della Corte dei Conti e componente della Commissione di studio sulla trasparenza e la prevenzione della corruzione nella Pubblica amministrazione istituita dal Ministro della Pubblica amministrazione e per la semplificazione, Marco Filippeschi, Sindaco di Pisa, prima città italiana ad adottare la Carta.

Le novità e i principi del codice- Le questioni specifiche su cui ruota la condotta dell’amministratore sono la trasparenza, il conflitto d’interesse, il finanziamento dell’ attività politica, le nomine in enti e società pubbliche, la rendicontazione della propria attività, il confronto democratico, i rapporti con l’ autorità giudiziaria, i mezzi di comunicazione e i cittadini. Ad ogni principio corrisponde un impegno dell’ amministratore a svolgere “il suo mandato evitando sanzioni e comportamenti che possano nuocere agli interessi e all’ immagine della pubblica amministrazione” ed una serie di divieti tra cui ad esempio quello di ricevere regali “eccedenti il valore usuale dei doni scambiati in occasione di ricorrenze o festività, quantificato nella cifra massima di € 100”; evitare l’ esercizio del clientelismo e le situazioni di conflitto d’ interesse, limitare il cumulo dei mandati politici.

Il ruolo della cittadinanza attiva- Soprattutto nel passaggio delle sanzioni, che vanno “dal richiamo formale alla censura pubblica fino alla revoca della nomina o del rapporto fiduciario” i cittadini e i gruppi politici in Consiglio sono chiamati ad intervenire al fine di sollecitare il rispetto delle disposizioni.

Scenari futuri- In vista della prossima tornata amministrativa la Carta di Pisa si pone anche come un’ opportunità politica, offerta ai partiti e ai candidati e che arriva in un periodo in cui si registra “un calo dell’ etica nel rapporto tra rappresentanza e rappresentati”, come sottolinea Francesco Forgione già Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia. L’ intento è quello di innescare su lungo termine un dibattito pubblico su questi temi, costruendo un’ opinione pubblica che crei una pressione, che nn si crea da sola all’ interno dei partiti. Un’ occasione per quella parte pulita della politica, come evidenzia Andrea Campinoti, sindaco di Cetraldo e Presidente di Avviso Pubblico: “Ci sono i politici che mettono la faccia , la politica non vuole essere alla coda ma alla testa nella lotta alla corruzione, la speranza per un paese migliore non può che passare dalla politica che fa della battaglia per la legalità il proprio primo motore dell’azione di governo”.


 

 

 

 

 

 

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