Sicilia 2012: vince l’astensionismo. Crocetta cerca alleati per governare

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di Fabio Grandinetti

Rosario Crocetta è il nuovo Presidente della Regione Sicilia. Con il 30,46% dei voti il candidato di centro-sinistra batte l’avversario di centro-destra Nello Musumeci che ottiene il 24,63%. Dal voto del 28 ottobre, più che mai atteso come laboratorio elettorale in vista delle oramai imminenti elezioni politiche del 2013, emergono numerosi spunti di riflessione tanto a livello locale quanto nazionale.

Innanzitutto, dall’introduzione nel 2001 dell’elezione diretta dei presidenti di regione, Rosario Crocetta è il primo governatore di centro-sinistra in Sicilia. Un dato storico che, seppur ampiamente pronosticabile in seguito al fallimento delle giunte Cuffaro e Lombardo, rappresenta un duro colpo per l’intero centro-destra che perde un feudo politico nella storia garanzia di consensi e di potere.

Un’investitura, quella di Crocetta, legittimata soltanto dal 47,41% degli aventi diritto; più della metà dei siciliani, dunque, non si è recata alle urne la scorsa domenica e, se si considera che nelle elezioni del 2008 il dato dell’affluenza era al 66,68%, il problema dell’astensionismo raggiunge proporzioni allarmanti. Sul tema è intervenuto puntuale il procuratore aggiunto Antonio Ingroia il quale, secondo quanto si apprende dalle pagine di Repubblica, ha dichiarato: «la mafia non ha investito in nessun candidato che ha vinto. C’è un’astensione molto alta ed è probabile che la mafia abbia preferito in questo momento stare alla finestra in attesa di vedere se riesce a stringere nuovi patti». Un’ipotesi in parte confermata da un dato: l’affluenza nelle carceri siciliane è stata pressoché inesistente, come testimonia l’istituto di pena di Pagliarelli a Palermo dove su 1300 detenuti solo uno si è recato al seggio.

Tuttavia l’analisi politica del voto impone altre profonde riflessioni ai vertici nazionali dei principali partiti i quali, a spoglio concluso, avranno accolto con crescente preoccupazione i risultati ottenuti: rispetto a quattro anni fa il Pdl, il Pd e l’Udc perdono rispettivamente 20, 5 e 2 punti percentuali. Solo l’Idv registra un +2% rispetto alle scorse elezioni regionali. Il nuovo primo “partito” dell’isola è il MoVimento 5 Stelle che con il 14,88% dei voti ottiene 15 seggi. Un risultato sorprendente, ma non troppo, che permette al movimento di lanciare la sfida ai partiti tradizionali a livello nazionale.

La situazione politica a Palazzo dei Normanni, pertanto, si prospetta quanto mai instabile. Nonostante l’alleanza con l’Udc, Crocetta non può contare su una maggioranza solida in Assemblea Regionale e sarà costretto a confidare sull’appoggio di Gianfranco Miccichè, che con le liste Grande Sud e Partito dei Siciliani-Mpa ha ottenuto 14 seggi. «Se Crocetta dovesse chiamare, sarei felice di dargli una mano per il bene della Sicilia», ha affermato l’ex ministro in un’intervista al Secolo XIX. Con ogni probabilità diverso sarà l’atteggiamento del MoVimento 5 Stelle, i cui voti, a conti fatti, risulteranno fondamentali. Il candidato grillino Giancarlo Cancelleri ha dichiarato in conferenza stampa: «siamo pronti a sostenere tutte le proposte di buon senso per i cittadini, non ci saranno problemi per votarli. Crocetta parla di un’alleanza volta per volta, noi siamo convinti che si può portare avanti un governo del genere. Devono avere loro la grande capacità di sedurci con le proposte, altrimenti non li votiamo».

La futura composizione dell’Assemblea Regionale Siciliana, dunque, rischia di minare profondamente la governabilità di una regione che, al contrario, avrebbe bisogno di solide basi da cui ripartire dopo le più recenti gestioni amministrative.

 

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