Nel Paese dei misteri la fuga di Dell’Utri è da commedia dei Vanzina

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di Pierfrancesco Demilito

Ne abbiamo viste di cose bizzarre in questo Paese. Non ci siamo fatti mancare nulla: misteri irrisolti, fughe rocambolesche e guardaboschi che tentano un colpo di stato. Ne abbiamo viste così tante, così gravi, che ormai ci scivolano addosso, quasi non catturano più la nostra attenzione.

Solo nelle ultime settimane possiamo “vantare” l’arresto di una ventina di buontemponi intenti a trasformare un trattore in un blindato che avrebbe condotto il Veneto intero alla secessione. E la fuga in Libano di Marcello Dell’Utri, che ha cercato riparo all’estero in vista della sempre più vicina sentenza della Corte di Cassazione sul processo che lo vede imputato per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa.

Ma dopo aver visto una colonna di forestali tentare il golpe occupando la Rai di Roma, come potremmo dare attenzione ai secessionisti veneti?

Dopo aver ascoltato il racconto dell’assassino nazista Herbert Kapller che nel 1977 scappò dall’ospedale militare del Celio di Roma, dove era agli arresti, nascosto in una valigia, con il solo aiuto della moglie (una donnina di oltre cinquant’anni), come potremmo meravigliarci o indignarci della fuga del braccio destro di Berlusconi?

Tante volte abbiamo sentito parlare dell’Italia come del Paese dell’operetta, ma – ahimè – l’operetta è cosa molto più seria della nostra Italia, La vedova allegra di Lehàr ha ben poco da spartire con Junio Valerio Borghese e le trame di Andreotti e Cossiga.

Perché i segreti d’Italia non sono solo su eventi tragicomici. I veri segreti d’Italia sono celati in fondo al mare di Ustica insieme ad 81 persone, tra le lamiere del treno Italicus dove rimasero accartocciate dodici vite, tra le macerie della stazione di Bologna dove persero la vita in 85, in un cestino della spazzatura di piazza della Loggia a Brescia che esplodendo uccise 8 persone e ne ferì 102, oppure sotto un tavolo della Banca Nazionale dell’Agricoltura di Milano dove persero la vita in 17. Tutte vittime senza un omicida, stragi senza un colpevole. Bollati da sempre, da troppo, come “Misteri d’Italia”.

Allora sapete cosa c’è? Che della fuga di Dell’Utri non ce ne importa niente, non vogliamo sapere chi lo ha aiutato, dove si trova, da quanto tempo le autorità sapevano che stava meditando e preparando la fuga, non ci interessa. Se ne stia in Libano, o dove diavolo gli pare, tra i libri antichi. Di questi misteri di contorno, non da operetta ma da commedia dei fratelli Vanzina, siamo stufi. Quello che vogliamo sapere è chi ha ucciso tutte quelle persone, chi c’era dietro quelle stragi che per decenni hanno terrorizzato il Paese. Avremmo voluto e avremmo dovuto saperlo prima, ma non importa, non è mai troppo tardi.

 

 

fonte foto: biografieonline.it

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