Un aiuto per Lampedusa: la Slovenia partecipa alla Missione Mare Nostrum

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di Arianna Catti De Gasperi

L’Ambasciatore della Repubblica di Slovenia a Roma Iztok Mirošič ha fatto visita al contingente dell’Esercito sloveno a bordo della nave militare Triglav 11, situata presso la base navale di Augusta nella parte orientale della Sicilia, che per la prima volta collabora con le forze italiane nella missione militare interstatale a scopo umanitario Mare Nostrum.

L’ambasciatore sloveno ha sottolineato l’importanza di questa prima missione storica della Slovenia in aiuto all’Italia, evidenziando il fatto che la missione del contingente dell’Esercito sloveno non solo contribuisce all’ulteriore sviluppo di una buona cooperazione interstatale, ma anche all’approfondimento dell’amicizia sloveno-italiana. La collaborazione di questo genere è inoltre la dimostrazione di solidarietà verso l’intera Unione Europea (UE) e dell’aiuto ai migranti che si trovano in mare nelle situazioni di difficoltà.

La nave multiruolo Triglav 11 ha lasciato il porto sloveno di Koper/Capodistria il 12 dicembre con a bordo il contingente dell’Esercito sloveno, per percorrere una rotta di 700 miglia nautiche in direzione della Sicilia, per poi unirsi alle Forze militari italiane già impegnate nell’operazione militare umanitaria “Mare Nostrum – Lampedusa”. La rotta ha condotto la nave lungo il Mare Adriatico, attraversando il Canale di Otranto, per poi entrare nel Mar Ionio e, alla modesta velocità di 12 nodi, nella mattinata di domenica 15 dicembre la Triglav ha raggiunto la base navale di Augusta che è situata nella parte orientale della Sicilia.

Il contingente sloveno è composto da 39 partecipanti, oltre ai membri dell’equipaggio, da due poliziotti militari e due operatori del soccorso medico. Altri tre partecipanti del contingente sloveno si occupano del supporto logistico presso la basa navale di Augusta, da dove parte anche la nave Triglav per le sue uscite in mare. Gli ufficiali di collegamento dell’Esercito sloveno sono stazionati sulla nave militare della Marina italiana.

Nell’operazione militare a scopo umanitario che è stata avviata dalle forze navali italiane il 18 ottobre scorso, in risposta alle problematiche aperte del salvataggio dei profughi e dei tragici eventi accaduti nella zona circostante l’isola e sull’isola di Lampedusa, il compito del contingente sloveno è di sorvegliare la situazione in acque internazionali. In questo modo si dovrebbe migliorare la sicurezza marittima e aumentare le possibilità di salvataggio dei rifugiati in pericolo – problema ormai sempre più grande per l’isola siciliana. L’area di sorveglianza assegnata alla nave slovena Triglav si trova all’est della costa siciliana e comprende un’area di dimensioni di 30 x 30 miglia nautiche (approssimativamente 3100 chilometri quadrati). Se all’equipaggio della Triglav si presenta la necessità di dover salvare delle persone disperse in mare, i membri devono agire secondo le procedure previste e ai sensi della vigente normativa internazionale e degli obblighi internazionali che ne derivano ovviamente.

Secondo la normativa internazionale e in conformità con la Convenzione internazionale sulla ricerca e salvataggio marittimo, la Convenzione internazionale per la sicurezza della vita umana in mare e la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, ogni mezzo navigabile è tenuto a soccorrere le persone in pericolo. L’equipaggio del mezzo deve poi prestare il primo soccorso alle persone tratte in salvo ed eseguire tutte le procedure sanitarie e di sicurezza a bordo fino alla loro consegna in un porto sicuro o in mare. Le disposizioni sulla consegna delle persone salvate sono contenute anche nell’accordo tra la Repubblica di Slovenia e la Repubblica Italiana, precisando dettagliatamente gli obblighi del paese ospite che concernono le procedure legali e amministrative riguardanti le persone tratte in salvo e le procedure che seguono.

Il contingente sloveno che partecipa all’operazione sarà operativo fino alla fine di questo mese, quando la nave Triglav rientrerà in porto di Koper/Capodistria.

Speriamo così di poter leggere sui giornali e ascoltare in televisioni meno notizie riguardanti persone che cercavano di approdare nel nostro Paese e non ce l’hanno fatta, e più notizie riguardanti soccorsi finiti bene.

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