Equilibrio e civiltà le caratteristiche della corsa alla Casa Bianca

0 0
Read Time2 Minute, 12 Second

di Giovanni Fabbri

La contesa in tv- La contesa per la conquista della Casa Bianca è entrata nel vivo a ritmo di colpi di scena. Fino a mercoledì scorso sembrava non esserci partita, il presidente Obama, pur non godendo di consensi particolarmente convinti, sembrava aver imboccato la strada di una facile vittoria. Poi il primo dibattito televiso tra i due candidati, di mercoledì notte, ha mescolato le carte in tavola e spostato l’inerzia della campagna elettorale a favore dello sfidante repubblicano Mitt Romney. Proprio lui che aveva suscitato più di qualche perplessità riguardo la sua capacità oratoria è riuscito a battere, anzi a stracciare, Obama, suo avversario e campione in arte oratoria. Il repubblicano è riuscito a costruire il suo successo televisivo di fronte a milioni di telespettatori e al celebre giornalista e mediatore, Jim Lehrer, con un atteggiamento impeccabile, sicuro di se e che non ha lasciato spazio alle gaffe, come quella di qualche tempo fa. L’ex governetore del Massachusetts aveva infatti dichiarato che non era interessato al 47% dell’elettorato americano “assistito”, ovvero che si aspetta aiuti dallo stato. Obama invece è stato, al contrario di come ci aveva abituato, piuttosto indeciso e impacciato. Molto spesso ha rivolto il suo sguardo verso il basso e quasi mai verso il suo avversario, indice questo di grossa insicurezza che non è sfuggita ai tantissimi americani alla visione. I sondaggi, che prima della contesa davano Romney in svantaggio di cinque o sei punti, adesso ritraggono il candidato conservatore, secondo Rasmussen, addirittura per la prima volta avanti di due punti.

Disoccupazione in calo- Venerdì invece abbiamo assistito ad una piccola e parziale rivinincita del Presidente: sono stati pubblicati i dati ufficiali sulla disoccupazione che risulta pari al 7,8%. Si tratta della percentuale più bassa raggiunta da Obama durante il suo mandato. Un risultato questo che certamente non cambia le carte in tavola, ma che quantomeno ridà un pizzico di morale e credibilità al presidente democratico. L’equilibrio dunque, come da tradizione, regna sovrano  nella campagna elettorale americana, equilibrio che mai come in America è sinonimo di potere dell’elettore. Un potere sancito dal fatto che la più grande preoccupazione di ogni candidato è quella di rivolgersi direttamente agli elettori e di garantirsi la loro fiducia senza un’atteggiamento di attacco sistematico nei confronti dell’avversario (durante il dibattito di mercoledì non c’è stato nessun attacco verbale al rivale da parte dei due contendenti, situazione impensabile nel nostro paese). L’America dunque, anche durante una campagna elettorale particolarmente delicata e in difficili condizioni economiche, non smette di fornire esempi di civiltà e correttezza. Questo perchè quegli uomini politici hanno veramente voglia di portare la loro gente fuori dalla crisi.

Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleppy
Sleppy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *