Formula 1, Emirati Arabi: Nico Rosberg campione del mondo, Hamilton vince ma non fa festa

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Nico Rosberg vince il titolo mondiale di Formula 1, il primo della sua carriera, eguagliando suo papà Keke, campione del mondo nel 1982, unica dinastia assieme alla famiglia Hill (Graham e Demon) a riuscirci. Non è stata facile la gara di Abu Dhabi per il tedesco a cui bastava il podio per laurearsi campione, ma alla fine è arrivato un secondo posto alle spalle di Hamilton per far festa.

L’ULTIMO DUELLO – A Rosberg bastava arrivare sul podio, Hamilton doveva vincere e sperare che il compagno rivale arrivasse almeno quarto; difficile ma alla fine non impossibile, soprattutto perchè la battaglia a Yas Marina è stata viva, Rosberg ha dovuto sudare parecchio per tirare quel sospiro di sollievo finale. Hamilton, partito dalla pole position, è scattato bene al via ma non se n’è andato come altre volte, conscio che un trenino Mercedes non avrebbe portato a nulla; l’inglese doveva e voleva creare una carovana trascinandosi dietro, oltre a Rosberg, i due della Red Bull e i due della Ferrari. Una strategia non esattamente facile da portare a compimento, ma l’unica possibile per un Hamilton disperato che nel finale ci ha creduto veramente quando Vettel e Verstappen, scatenati, si sono fatti sotto e hanno puntato le prime due posizioni, ma Rosberg ha resistito, consapevole che gli sarebbe bastato anche il terzo posto, e al traguardo ha festeggiato il titolo mondiale, il primo di una carriera ora non più da eterno secondo.

TITOLO MERITATO – E se lo è meritato tutto questo campionato Nico Rosberg: 9 vittorie totali (una in meno di Hamilton), le prime 4 arrivate consecutivamente, poi la gestione del largo vantaggio dopo l’estate e il contenimento della furia di un Hamilton che fino alla fine ha provato a riprendersi quel mondiale vinto nelle ultime due stagioni. Merito di un pilota maturo ed intelligente, bravo a capire di aver forse meno talento del rivale ma più concentrazione nei momenti determinanti della stagione: dopo lo scontro fratricida a Barcellona e quello rischiosissimo in Austria, infatti, Rosberg ha intuito che buttarla sulla lotta con Hamilton avrebbe portato all’ennesima sconfitta. Senza i corpo a corpo, il tedesco ha gestito, ha piazzato le vittorie giuste al momento giusto (Belgio, Italia e Singapore) ed ha approfittato del ko di Hamilton in Malesia, decisivo per il sorpasso del neo campione del mondo, il terzo tedesco a riuscire nell’impresa dopo Michael Schumacher e Sebastian Vettel. Amarezza per Hamilton, sfortunato in alcune circostanze ma troppo distratto in altre, forse meno cattivo delle due stagioni precedenti.

PODIO RITROVATO – Alla festa di Nico Rosberg si aggiunge anche Sebastian Vettel, terzo al traguardo e di nuovo sul podio dopo Monza. Un Vettel scatenato nel finale quando, dopo la seconda ed ultima sosta, nessuno se lo aspettava più; rientrato sesto, infatti, il pilota della Ferrari ha giovato una volta tanto dell’indovinata strategia del box di Maranello che gli ha consegnato una vettura perfetta con gomme perfette. Vettel ha a quel punto dovuto fare quello che sa fare, ovvero il campione: prima il sorpasso su Raikkonen, poi quello splendido su Ricciardo, infine quello su Verstappen che vale il podio. Ci sarebbe stato anche il tempo di attaccare i due della Mercedes, complice il disperato tentativo di Hamilton di far rimontare Rosberg da chi lo inseguiva, ma a quel punto il tedesco della Ferrari aveva dato già tutto e si è accontentato di un podio che può essere di buon presagio in vista del 2017.

ADDII – Chiudono la carriera dopo il gran premio degli Emirati Arabi Jenson Button e Felipe Massa, due icone della Formula 1, due vecchietti terribili mai domi fino alla fine nonostante vetture poco competitive. L’inglese della McLaren chiude anzitempo gara e carriera per la rottura della sospensione sulla sua macchina e lascia le corse con un titolo mondiale vinto e la sensazione di aver sempre dato filo da torcere a tutti i rivali, anche quelli più talentuosi di lui. Idem per Felipe Massa, nono con la Williams nella sua ultima avventura in pista, che quel mondiale lo ha solo sfiorato nel 2008 quando Lewis Hamilton glielo strappò dalle mani in extremis proprio davanti al popolo brasiliano; 11 vittorie (tutte conquistate nel periodo ferrarista), tanto lavoro a beneficio dei compagni di squadra, e tanto cuore a servizio delle scuderie per cui ha corso. Piccoli talenti crescono nella Formula 1, grandi mostri sacri lasciano il circus: fisiologico, d’accordo, eppure mancheranno a questo mondo.

RESOCONTO: 1. Hamilton (Mercedes); 2. Rosberg (Mercedes); 3. Vettel (Ferrari); 4. Verstappen (Red Bull); 5. Ricciardo (Red Bull); 6. Raikkonen (Ferrari); 7. Hulkenberg (Force India); 8. Perez (Force India); 9. Massa (Williams); 10. Alonso (McLaren).

CLASSIFICA FINALE: 1. Rosberg 385; 2. Hamilton 380; 3. Ricciardo 256.

di Marco Milan

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