Acqua Potabile, in Italia ne perdiamo oltre il 40%

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Interessante indagine di Openpolis sulle perdite di acqua potabile in Italia nel cliclo dal prelievo alla distribuzione.

Il rapporto Oms-Unicef del 2017 riporta che sono 2,1 miliardi gli abitanti che non hanno un accesso continuato e sicuro all’acqua potabile nella propria abitazione. I cambiamenti climatici, l’inquinamento dei corpi idrici e l’incremento della popolazione hanno aggravato il problema di disponibilità di acqua potabile.

Il rapporto Istat 2019 descrive l’Italia come il paese Ue che preleva più acqua potabile, pari a 156 metri cubi per abitante all’anno. Tuttavia, molta di quest’acqua viene dispersa prima di arrivare nelle abitazioni. Perdite che possono verificarsi nelle diverse fasi dal prelievo, all’immissione sino alla distribuzione nelle reti idriche comunali.

La maggior parte delle città italiane – afferma Openpolis riportando i dati Istat sull’Utilizzo e qualità della risorse idrica in Italia – dispone di infrastrutture idriche soggette a un forte invecchiamento e deterioramento. Le dispersioni sono legate all’estensione della rete e derivanti da criticità di vario ordine:

  • rotture nelle condotte
  • vetustà degli impianti
  • consumi non autorizzati
  • prelievi abusivi
  • errori di misura dei contatori.

In Italia nel 2015 la percentuale ammonta al 41,4% del totale. Uno spreco incredibile! Dato che risulta in aumento rispetto al 2012 (37,4%), segno di una continua trascuratezza rispetto a una questione, su cui invece sarebbe urgente intervenire.

Le regioni del centro e del sud sono le più soggette a dispersioni di acqua potabile. Mentre nel nord, eccetto il Friuli-Venezia Giulia, le perdite idriche sembrano più limitate. La Basilicata è la regione con la maggior dispersione di acqua potabile, pari al 56,3% del volume immesso nelle reti di distribuzione comunali. Seguono Sardegna, Lazio e Sicilia, tutti territori che subiscono perdite per quasi la metà delle immissioni.

Al lato opposto della classifica, le regioni più virtuose (sotto la media del 41% nazionale) sono le regioni del nord oltre a Calabria e Marche. Il primato è della Valle d’Aosta, che registra un dato molto positivo rispetto agli altri territori, con solo il 18,7% delle perdite.

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