Formula 1, Stati Uniti: Raikkonen torna alla vittoria e rimanda la festa di Hamilton

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Australia 2013-Stati Uniti 2018. Per 113 gran premi Kimi Raikkonen ha rimandato l’appuntamento con la vittoria, la 21.ma della sua carriera (il finlandese con più successi in Formula 1, battuto Hakkinen) prima di tornare sul gradino più alto del podio. Il 39 enne finnico vince la gara thrilling di Austin, regola Verstappen ed Hamilton e rimanda la festa mondiale dell’inglese della Mercedes.

SUSSULTO – Il glaciale carattere di Raikkonen è uscito fuori anche ad Austin dove, scattato dalla seconda casella dello schieramento, ha bruciato Hamilton in partenza ed ha condotto interamente la gara in testa, salvo qualche giro fra le due soste del britannico della Mercedes, leggermente appannato e con le gomme in difficoltà. Raikkonen ha resistito agli attacchi di Hamilton e soprattutto di un monumentale Max Verstappen che partito 18.mo ha sfiorato una clamorosa vittoria, finita invece nelle mani del finlandese della Ferrari che torna al successo dopo 5 anni, torna a vincere con la scuderia italiana dopo 9 anni, forse il congedo migliore dalla Formula 1 che conta.

FESTA GUASTATA – Ci credeva Lewis Hamilton di laurearsi (anzi, confermarsi) campione del mondo negli Stati Uniti come accaduto nel 2015. Ci credeva dopo la pole position del sabato, ci credeva in gara nel finale quando ne aveva più di Verstappen e più di Raikkonen; ma l’inglese non ha forzato, non ha voluto strafare, sapeva e sa che gli basterà un settimo posto in tre gran premi per il titolo aritmetico, pazienza se arriverà in Messico fra una settimana. Maturità e bravura nel gestire una corsa sottotono, del resto i mondiali si vincono anche così.

RIMONTA EPOCALE – Avesse vinto, avrebbe riscritto ancora la storia della Formula 1, ma anche così il gran premio americano di Max Verstappen è stato un capolavoro. Da diciottesimo a secondo, una rimonta pazzesca, fatta di forza, grinta e talento, tutte qualità che l’olandese possiede e che mette in pista ogni domenica, facendosi beffe di una vettura inaffidabile ed inferiore a Mercedes e Ferrari. Verstappen è lì, lotta, sorpassa, sgomita, tira fuori i muscoli, apre le spalle quando lo attaccano, ad Austin non si è lasciato impressionare dall’arrembaggio di Lewis Hamilton negli ultimi giri, nonostante l’inglese andasse a caccia del secondo posto che gli avrebbe potuto garantire il mondiale. L’olandese si è difeso come un veterano, dimostrando ancora una volta che meriterebbe una macchina da mondiale per far vedere definitivamente a tutti la sua pasta di fuoriclasse.

ALTRO ERRORE – Salva la faccia ma fino a un certo punto Sebastian Vettel che la sua dose di pasticci l’aveva già cominciata il sabato con l’aver ignorato i limiti di velocità in regime di bandiera rossa, sbadataggine che gli è costata tre posizioni sulla griglia di partenza. Poi l’errore ad inizio gara nel tentativo di sorpassare lo sfortunatissimo Ricciardo (anche ad Austin appiedato dalla Red Bull) e la ripartenza dalle retrovie; il quarto posto finale con sorpasso a Bottas al penultimo giro serve un po’ per l’orgoglio e un po’ per la classifica costruttori, ma aumenta i rimpianti per un campionato pieno di occasioni sprecate dal tedesco della Ferrari.

RESOCONTO: 1. Raikkonen (Ferrari); 2. Verstappen (Red Bull); 3. Hamilton (Mercedes); 4. Vettel (Ferrari); 5. Bottas (Mercedes); 6. Hulkenberg (Renault); 7. Sainz (Renault); 8. Ocon (Force India); 9. Magnussen (Haas); 10. Perez (Force India).

CLASSIFICA: 1. Hamilton 346; 2. Vettel 276; 3. Raikkonen 221.

di Marco Milan

 

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