Xylella, fine emergenza. Ma il batterio non si ferma: chi salverà gli ulivi della Puglia?

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Emiliano si affida alla scienza. Coldiretti Puglia lancia l’appello: “Evitiamo oltre al danno, la beffa!”

Puglia. Fine dell’emergenza xylella. Ma gli ulivi pugliesi non sono ancora salvi.

Dal 6 febbraio è rientrata nella gestione ordinaria l’emergenza xykella fastidiosa. Era l’ 8 febbraio 2015 quando il Dipartimento della Protezione civile dichiarava lo stato di emergenza per il rischio fitosanitario. Alla scadenza dei tempi sanciti dalla legge e dopo l’addio del commissario straordinario, Silletti, all’inizio del 2016 arrivava il sollecito sulla sua gestione dell’emergenza da parte del Capo del Dipartimento, Fabrizio Curcio, al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Ed ecco poi l’intesa: in accordo con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, e di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, da questo momento spetta alla Regione Puglia attuare gli interventi necessari per mitigare la fitopatia.
Al rientro alla “normalità”, quali scenari attendono quindi la Puglia e i suoi ulivi?

In sostanza è la Regione Puglia che deve decidere cosa fare, coordinandosi col Ministero e dandone conto all’Ue. Il tutto mentre le indagini della Procura leccese proseguono sulla pista dei reati che vedrebbero il disseccamento degli ulivi un atto doloso.

Si riparte innanzitutto con i monitoraggi e i campionamenti, a fronte della conferenza Stato-Regioni dei giorni scorsi che ha approvato lo schema del decreto ministeriale che sancisce che tutta l’Italia è zona indenne da xylella, escluso il Salento, cioè provincia di Lecce e parte della provincia di Brindisi.
Della salute degli ulivi salentini se ne occuperà l’Osservatorio fitosanitario nazionale e quello regionale.
“Entrambi questi uffici – ha spiegato in una nota il Presidente Emiliano- hanno una loro autonomia funzionale nella gestione della fitopatia e non subiscono una direzione politica, fermo restando che il Ministero e la Regione per tutto quello che concerne la strategia di contrasto alla Xylella stanno operando di concerto, anche definendo, come fatto per il decreto ministeriale che individuava le aree “Xylella free”, strategie per la riduzione del danno”.

xylella taglio uliviDal canto suo la Regione ha messo in campo 45 scienziati e stanziato ben 7 milioni di euro, contemporaneamente il Ministero delle politiche agricole ha messo a punto un piano nazionale anti xylella coordinato dal Crea e finanziato per 4 milioni,  condiviso inoltre con il commissario europeo alla Salute, Vytenis Andriukaitis.
“È necessario individuare soluzioni con metodologie aggiornate e capaci di produrre risultati inequivocabili” – ha affermato il Ministro Maurizio Martina – Oltre al Crea sono coinvolti anche il Cnr e 5 università, nonché i centri di ricerca privati, le associazioni vivaistiche e le organizzazioni di categoria. “Faremo del Salento un laboratorio sperimentale contro la xylella, con un campo Crea dove verranno valutate le piante più resistenti e le più moderne tecniche di lotta al batterio”.

Superata la fase degli abbattimenti, su cui sono state versate le lacrime degli agricoltori e dei contadini locali, quindi, la parola d’ordine sembra essere scientificità. Sono le certezze scientifiche che faranno scaturire ogni decisione da parte della Regione Puglia per sconfiggere il batterio, che – ricordiamo – non sarebbe l’unica causa del disseccamento.

Ma se la scienza, ossia la prevenzione e la ricerca, non sarà in grado di fornire soluzioni totali, chi salverà gli ulivi del Salento?

Intanto, a netto delle parole, i fatti. Il piano anti xylella è al palo, le azioni messe in campo del mondo della scienza procedono secondo i loro (lunghi) tempi e il batterio non ferma la sua avanzata. L’ultima notizia, diffusa dal tgr Puglia, non riporta buone nuove. Sarebbero almeno 4 i nuovi focolai di xylella: San Donaci, San Pancrazio Salentino, San Pietro Vernotico e Cellino San Marco, tutte località del brindisino a conferma che la xylella avanza verso nord.

“Va data una risposta tempestiva – si legge nella nota di Coldiretti Puglia – all’esigenza di salvare gli ulivi sani e monitorare costantemente l’eventuale evoluzione dello stato di salute di quelli infetti, portando a termine le buone pratiche sia nelle aree private che pubbliche, perchè migliorano lo stato di salute di alberi e terreno e sono utili al controllo della “sputacchinà”, come anche l’impiego di sostanze biologiche e biodinamiche e reti anti-insetto. Il Piano anti Xylella va perfezionato e immediatamente messo in pratica per aiutare gli attori economici del territorio che da 3 anni aspettano invano misure per il contenimento della malattia e di prevenzione”.

Il Presidente pugliese di Coldiretti pone l’accento anche sulle buone pratiche da perseguire, dando il giusto peso e valore alla produzione olearia della Regione Puglia che vanta da sempre il primato nel mondo. “Al contempo, contro il danno all’immagine non si può che lavorare in maniera strategica e programmatica. Il Piano Olivicolo Nazionale dovrà sostenere –  ha dichiarato Angelo Corsetti – iniziative dirette alla valorizzazione dell’olio extravergine di oliva, con particolare riguardo ad azioni divulgative per favorire la conoscenza delle proprietà nutrizionali e salutistiche degli oli extravergini di qualità. Dobbiamo evitare che al danno si aggiunga la beffa, ribadendo in ogni consesso che l’olio extravergine pugliese è di qualità eccellente e non esistono rischi sul fronte della sicurezza alimentare“.

(di Grazia Pia Attolini)

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