Prima intesa tra Stato e Regioni sugli indennizzi solidali

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sanguedi Lucia Varasano

Si è risolta con una “presa d’atto” la conferenza Stato-Regioni  sulle problematiche  connesse agli indennizzi (previsti dalla legge n. 210 del 1992) a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati.

L’incontro monotematico è stato richiesto a gran voce, lo scorso mese, da enti regionali e province autonome che dal 2012 non ricevono più i trasferimenti dallo Stato necessari per garantire ai danneggiati il pagamento degli indennizzi di natura equosolidale. In sintesi, le regioni hanno anticipato i pagamenti con risorse proprie, maturando un credito sostanzioso nei confronti dello Stato e hanno minacciato d’ interrompere i pagamenti dal 1 luglio 2014 (così come spiegavamo in “Lo Stato in debito con le Regioni. A rischio gli indennizzi solidali per i pazienti infettati”).

La linea dura delle Regioni comincia a produrre qualche risultato. Durante la conferenza- che aveva il principale compito di chiarire le competenze in materia- è stato acclarato che il finanziamento degli indennizzi spetta allo Stato e che le regioni manterranno soltanto la loro funzione di “enti erogatori” del pagamento. D’altra parte persistono dubbi che attendono una convincente risposta.

Il governo, pur ribadendo la sua disponibilità a garantire il pagamento degli arretrati per la rivalutazione dell’Indennità Integrativa Speciale (come previsto dalla sentenza CEDU) e il suo impegno a restituire le somme anticipate, non ha chiarito: l’effettivo reperimento delle risorse (per cui il ministero dell’economia ha manifestato il volere di una verifica anche di tipo politico) nonché i relativi tempi di trasferimento. Per ottenere la risposta a questa domanda è necessario attendere la fine di giugno 2014. Entro il 30 è previsto infatti un tavolo tecnico, così come ha annunciato il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo.

Nel mezzo poi si muovono altre questioni come ad esempio il probabile ingresso nel Sistema Sanitario italiano di farmaci rivoluzionari (grazie a cui il virus dell’epatite C sarebbe “azzerabile”) e, proprio sulla base del progresso farmacologico, l’eventuale revisione di quanto previsto dalla legge 210/92.

LE ASSOCIAZIONI. Durante l’incontro, una delegazione rappresentativa di tutte le associazioni a tutela degli ammalati appartenenti alle varie categorie: FedEmo (Federazione degli Emofilici), United (Federazione dei Thalassemici) e il Comitato Vittime Sangue Infetto, ha consegnato una lettera al presidente della Conferenza Stato-Regioni, Vasco Errani.

Si tratta di un atto per la prima volta controfirmato da tutte le categorie e che ha messo in luce alcune problematiche, come la disparità di trattamento dei danneggiati (alcuni pagati direttamente dal Ministero e altri dalle Regioni), i mancati pagamenti e la disponibilità di ultime cure, oltre allo stato d’ansia che vivono gli ammalati tra difficili condizioni di salute, familiari e di lavoro.

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