Agenda Digitale: le stime della School of Management del Politecnico di Milano

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di Tiziano Aceti

In passato abbiamo altre volte trattato sul nostro settimanale la questione dell’Agenda digitale. Aspettando di vedere cosa accadrà in Parlamento anche riguardo ai decreti attuativi, il tema dell’Agenda digitale è ritornato nell’ultimo periodo in auge fornendo riflessioni sull’attuazione del documento contenuto nel decreto “Crescita 2.0”.

In riferimento proprio all’Agenda digitale la Regione Umbria ha aperto un sito web nel tentativo di raccogliere le “idee che sfruttino le nuove possibilità offerte oggi dal digitale, per migliorare la qualità della vita”  cercando di “coinvolgere tutti gli attori pubblici e privati del territorio, cittadini, imprese, scuole, professionisti” consentendo quindi a chiunque di poter presentare le proprie intuizioni. L’idea “dovrebbe” teoricamente seguire tre principi guida: concretezza, semplicità e praticabilità. Si legge sul sito che “nel breve periodo, le idee contribuiranno alla definizione degli interventi da attuare nell’Agenda digitale dell’Umbria nel periodo 2013-2014 – mentre – per il medio/lungo periodo, le idee serviranno come riflessioni sul tema “Crescita digitale” utili per la programmazione 2014-2020”.

L’importanza dell’attuazione dell’Agenda è sottolineata anche dalle stime dall’Osservatorio Agenda Digitale della School of Management del Politecnico di Milano: “l’attuazione di un’agenda digitale per il Paese può liberare risorse per oltre 70 miliardi di euro: 35 miliardi di euro dal contrasto all’evasione fiscale e dal miglioramento dell’efficienza della PA, 25 miliardi dalla semplificazione della relazione tra PA, imprese e cittadini, più ulteriori risorse per le imprese dall’aumento della produttività, dalla riduzione dei costi e dalla nascita di nuove Start-Up”. Vediamo ora nello specifico, in riferimento alla PA, le stime:

– 5 Miliardi di euro di maggiori entrate, nell’ipotesi di un aumento dal 20% al 30% della penetrazione dei pagamenti elettronici consumer, utili a ridurre l’evasione su IVA e imposte;

– 10 miliardi di euro di maggiori entrate nell’ipotesi che tutte le imprese adottino la conservazione sostitutiva di documenti fiscali, che raddoppia la produttività dei controlli dell’Agenzia delle Entrate;

 5 miliardi di risparmi per saving negoziali, nell’ipotesi di aumentare la diffusione dall’attuale 5% al 30% dell’eProcurement nella PA, capace di ridurre i costi di acquisto di beni e servizi;

 15 miliardi di euro di risparmi per saving di processo, nell’ipotesi della riduzione costi del personale del 10% grazie alla digitalizzazione processi della PA (amministrazione, sanità, scuola, giustizia. ecc), capace di aumentarne la produttività.

Inoltre la semplificazione della relazione tra PA, imprese e cittadini potrebbe  portare benefici per le imprese per un totale di 25 miliardi di euro:

– 23 miliardi di euro l’anno di recupero di produttività grazie alla digitalizzazione dei processi di interfaccia tra PA e Imprese, che possono ridurre di un terzo i costi della burocrazia sostenuti dalle imprese;

– 2 miliardi di euro l’anno di minori oneri finanziari grazie ai Pagamenti elettronici della PA che abilita il pagamento dei fornitori nei tempi prescritti dalla Direttiva 2011/7/UE, riducendo del 50% i costi legati a ritardi di processo.

Infine, l’innovazione digitale delle imprese potrebbe portare altri benefici al sistema economico, tra cui:

– 6 miliardi di minori costi, nell’ipotesi che passi dall’attuale 5% al 15% la digitalizzazione dei processi commerciali tra le imprese (fatturazione elettronica estesa o eCommerce B2b) che riduce i costi e aumenta la produttività;

– 3 miliardi di euro l’anno di risparmi per le famiglie dalla crescita dei mercati digitali, nell’ipotesi che passi dall’attuale 2,6% al 10% l’utilizzo esteso dell’eCommerce B2c, che comporterebbe un beneficio pari a 1500 euro per famiglia l’anno;

– +0,2% di crescita PIL l’anno dalla nascita di Start Up Hi-Tech, nell’ipotesi che siano stanziati 300 milioni di euro l’anno in fondi Seed, con impatto sulla crescita del PIL nel lungo termine (se l’investimento è ripetuto nel tempo l’incremento del PIL diviene stabile);

– +1,5% anno di aumento della produttività del lavoro grazie alla digitalizzazione dei processi aziendali, che porterebbe a eliminare 30 miliardi di documenti cartacei e risparmiare 7 miliardi ore di lavoro “a scarso valore aggiunto” in 10 anni. Fonte: School of Management del Politecnico di Milano – Osservatorio Agenda digitale.

Si parla ovviamente di stime, quindi di numeri da prendere con le molle, ma che comunque danno senz’altro l’idea dell’importanza dell’Agenda a livello economico, di crescita del Paese.

In ultimo, sempre riguardo all’Agenda digitale, si terrà il 13 marzo a Roma presso il Centro Congressi Frentani l’incontro con il Dig.Eat, in cui si parlerà appunto di digitalizzazione. Una manifestazione che vede il patrocinio tra gli altri del Ministero dello Sviluppo Economico, del Ministero della Salute, della School of Management del Politecnico di Milano, dell’Agenzia per l’Italia Digitale, della Document & Content Management Academy di SDA Bocconi e della Confindustria digitale.

Fonte immagine: http://blog.interact.it/wp-content/uploads/2012/10/agenda-digitale-PA.jpg

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