Libia, ucciso dalle torture il giovane che scoprì Gheddafi

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di Pierfrancesco Demilito

Omran Shaban era un giovane libico divenuto per caso famoso in tutto il mondo. Omran era nato a Misurata solo ventidue anni fa, salito alla ribalta della cronaca mondiale il 20 ottobre dello scorso anno quando vicino a Sirte riconobbe il dittatore Muammar Gheddafi, nascosto in una conduttura alla periferia della città libica. Fu lui l’uomo che portò all’arresto e all’uccisione del colonnello, anzi, secondo la ricostruzione di alcuni sarebbe stato proprio Omran a sparare contro Gheddafi, ma questo non è mai stato accertato. Quanto avvenuto quel giorno nei sobborghi di Sirte ha fatto entrare quel ragazzo nei libri di storia del suo Paese e forse in quelli di tutto il mondo, ma purtroppo lo ha portato anche verso una morte atroce.

Omran Shaban, infatti, era stato rapito circa due mesi fa da un gruppo di fedelissimi di Gheddafi e per oltre cinquanta giorni ha subito durissime torture e violenze prima di essere liberato, soprattutto grazie alla mediazione di Mohammed Magarief, presidente dell’Assemblea nazionale libica.

Il rapimento era avvenuto a Bani Walid, dove Omran era stato inviato dal governo per sedare gli scontri in corso nella Libia occidentale, anche se ancora non è molto chiaro perché l’uomo che ha segnato il drammatico destino di Muammar Gheddafi dovesse essere l’uomo giusto per placare le violenze scoppiate in una delle città più fedeli all’ex dittatore, l’ultima città ad arrendersi.

Immediatamente dopo la liberazione, però, è stato chiaro che le sue condizioni erano decisamente critiche. Ad Omran avevano sparato allo stomaco e al collo e, secondo la ricostruzione della stampa libica, aveva le gambe paralizzate per una ferita da proiettile vicino alla spina dorsale. Per garantirgli cure adeguate il governo libico ha agevolato il suo trasferimento presso un ospedale francese e così un volo lo ha condotto a Parigi. Ma non è servito a nulla. Omran è morto in un ospedale parigino. Il suo corpo è rientrato in Libia lo scorso 26 settembre, nella sua Misurata da sempre nemica giurata del Colonello e culla della rivolta che ha condotto alla sua caduta.

I funerali di Omran sono stati celebrati all’interno dello stadio cittadino e alla cerimonia hanno partecipato oltre diecimila persone. Funerali degni di un eroe nazionale.

Ma la morte di Omran, giunta dopo l’uccisione dell’ambasciatore americano, Chris Stevens, ci descrive una Libia che ancora non riesce a trovare la serenità e la pace a distanza di un anno dalla liberazione del paese dalla dura e quarantennale dittatura di Gheddafi.

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