“Orfani” il fumetto bonelliano rinnova il linguaggio e si fa colori

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di Lucia Varasano

Il 16 ottobre è la data X, il giorno in cui Sergio Bonelli Editore darà al pubblico il suo nuovo fumetto “Orfani” creato da Roberto Recchioni ed Emiliano Mammucari. La casa editrice che finora ha accumulato numerosi successi e segnato la storia del fumetto italiano – basti pensare al mitico Dylan Dog e Texpunta ora alle nuovissime generazioni, quelle affezionate ai temi apocalittici e ai videogiochi e che parlano un linguaggio totalmente diverso da quello proposto e adottato finora nelle opere bonelliane.

A fronte della crisi economica e successivamente culturale, la Bonelli rilancia e punta coraggiosamente ai nuovi segmenti di pubblico collocando sul mercato l’ unica prima serie interamente a colori, per un investimento mai realizzato nella storia della casa editrice, si parla infatti di 1milione e 300mila euro solo per la prima stagione di 12 albi che verranno rinnovati- a seconda dell’attenzione che saranno in grado di suscitare- di stagione in stagione seguendo il modello americano.

Il primo albo “Giovani spaventati guerrieri”- che rimanda ad un romanzo di Stefano Benni – si apre con l’Apocalisse, per mano di forze aliene, a cui segue l’addestramento di un gruppo di ragazzi, gli Orfani, preparati a divenire soldati del futuro. La serie racconterà le loro vicende seguendo un doppio binario narrativo e temporale: da un lato il passato dei soldati bambini e dall’altro il loro presente di guerrieri, con scene d’azione e conflitti.

Tanti gli ingredienti mescolati per ottenere un risultato credibile, gli scettici potrebbero pensare che la tematica apocalittica e fantascientifica, per certi versi abusata e ormai “vecchia”, non abbia più appeal ma gli autori ci tengono a sottolinearlo: si tratta di qualcosa totalmente nuovo e che potrebbe addirittura segnare uno spartiacque tra il fumetto italiano di oggi e quello che verrà. Un fumetto dunque di pura fantascienza bellica dentro c’è un po’ di tutto dal cinema alla letteratura fino ai videogiochi. C’è Full Metal Jacket di Stanley Kubrick, Fanteria dello spazio (il libro, non il film), Alien, Il Signore delle Mosche di William Golding mentre sembrerebbero ben pochi i riferimenti ai fumetti, c’è Halo ed è fortemente stilizzato rispetto a Nathan Never.

Che i gusti siano cambiati e che si cerchino nuove soluzioni per avvicinare i più giovani è chiaro anche dalla scelta del colore, specificatamente richiesto dalla Casa Editrice ai co-autori. Il cospicuo numero di disegnatori e coloristi la dice lunga circa l’aspetto produttivo che rende la serie così ambiziosa: 1200 pagine disegnate e colorate in digitale per un mercato dell’edicola ad altissima tiratura. Una mastodontica impresa nata da un’idea del 2009 e che conta 6 mesi per il solo lavoro preparatorio– che ha permesso di dare alla luce anche un libretto d’istruzioni: La Bibbia sugli Orfani con gli studi sui personaggi, le armi, le tute militari e i mezzi meccanici ma anche le indicazioni sul tipo di colorazione- e 4 anni per la realizzazione.

Tante dunque le aspettative per il nascente “Orfani” che già per la sua profonda commistione tra fumetto e videogioco, sta segnando una nuova tappa della collaborazione tra Bonelli e Multiplayer.it la più importante struttura italiana nel settore video ludico. In attesa del 16 ottobre, sul sito web dell’ e-commerce è interamente scaricabile la prima versione digitale del numero Zero, per il resto, saranno solo i gusti del pubblico a decidere sulle sorti del fumetto.

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