Italialavoro, nasce per stabilizzare ma caccia i suoi precari

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di Pierfrancesco Demilito

Sono quasi cinquecento lavoratori precari e piano piano tutti stanno perdendo il posto di lavoro. O meglio, stanno portando a termine i loro contratti e alla fine non ci sarà nessun rinnovo. Ovviamente non si tratta di licenziamenti e quindi nessuno potrà sperare in un sostegno dello Stato. Anzi, a non rinnovare i contratti a chi da anni svolge quel lavoro è proprio lo Stato. Già, perché stiamo parlando dei lavoratori di Italialavoro, una società per azioni partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Ma questo non è l’unico paradosso di questa storia. Italialavoro, infatti, nasce con l’intento di promuovere la gestione di azioni nel campo delle politiche del lavoro, dell’occupazione e dell’inclusione sociale. E per fare questo si avvale di ottocento dipendenti di cui ben cinquecento precari. A lavoratori con la data di scadenza sul contratto è stato dunque affidato il compito di cercare i modi migliori per stabilizzare e inserire altri lavoratori nel mondo del lavoro. Questo è stato il loro compito fino a quando l’azienda/Stato non ha deciso che da quel momento i precari bisognosi di reinserimento sarebbero diventati loro e li ha letteralmente abbandonati.

In questi mesi abbiamo più volte ricevuto mail di lavoratori di Italialavoro e in una di queste si legge:«Lavoravo per cercare di stabilizzare lavoratori, mentre altri pensavano a come lasciarmi a terra. Si, perché a dicembre, grazie a Monti e Fornero, in centinaia se non di più l’azienda ci ha abbandonato. Fino a quel momento, di contratto in contratto, si riusciva a lavorare. Scusi,“collaborare”. Da dicembre non più, e collaboratori anche storici sono rimasti fuori, senza alcuna prospettiva. Gente che magari nella sua follia aveva anche fatto un figlio, o comunque si era sposata (ad oggi, si contano più di cento vertenze individuali da parte di co. co. pro. che rivendicano i propri diritti)».

In questi giorni Mediapolitika ha cercato di contattare Italialavoro per chiedere chiarimenti direttamente all’azienda, ma non siamo riusciti ad ottenere nessuna risposta. L’azienda in realtà non ci ha dato neanche modo di porre le nostre domande, rimbalzandoci per giorni. Dunque pubblicheremo qui di seguito le domande che avremmo voluto porre.

– É vero che in Italialavoro ci sono ben cinquecento precari?

– Non trovate strano che un’azienda nata con l’intento di ridurre la precarietà fondi la sua attività prevalentemente sul lavoro di dipendenti a tempo determinato?

– Come mai quest’azienda ha un numero così alto di dipendenti?

– Il mancato rinnovo di questi lavoratori è dovuto al fatto che i dipendenti erano troppi o dobbiamo ritenere che l’attività di Italialavoro è destinata a ridursi drasticamente nell’immediato futuro?

– È vero che un regolamento interno alla vostra azienda prevede un rinnovo per un massimo di tre anni e che nonostante questo regolamento nella vostra azienda ci siano dipendenti precari che lavorano con voi da più di dieci anni?

Se noi di Mediapolitika non siamo degni di ricevere queste risposte siamo convinti che le meritino tutti quei lavoratori che dopo anni di lavoro in Italialavoro si ritrovano inspiegabilmente senza un contratto.

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