“Mai più respinti”, un’iniziativa per celebrare la Giornata Mondiale del Rifugiato

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di Valentina Verdini

Mercoledì 20 giugno verrà celebrata la Giornata Mondiale del Rifugiato, frutto di più di 60 anni di attività dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). Era il lontano luglio del 1951. Per la prima volta veniva promulgata la Convenzione di Ginevra relativa allo status di rifugiato, definendolo all’art.1 come «colui che temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese; oppure che, non avendo cittadinanza e trovandosi fuori del Paese in cui aveva residenza abituale a seguito di tali avvenimenti, non può o non vuole tornarvi per il timore di cui sopra».

Violazione della Convenzione di Ginevra – Nonostante il documento faccia proprie le parole di accoglienza, protezione, assistenza, diritti umani, l’Europa si mostra ben lontana da questo modello ideale di Stato. Lo dimostrano le cifre: almeno 1500 tra uomini, donne e bambini annegati nel Mediterraneo per raggiungere l’Europa, solo nel 2011. Lo confermano le parole di Nicolas Beger, direttore dell’Ufficio di Amnesty International presso le Istituzione europee, che qualche giorno fa ha dichiarato: «nel tentativo di stroncare la cosiddetta immigrazione irregolare, i paesi europei hanno rafforzato misure di controllo delle frontiere oltre i loro confini, senza riguardo per i costi umani. Queste misure, di cui l’opinione pubblica non è informata, pongono le persone in serio pericolo».

Il documentario Mare Chiuso Il 24 febbraio scorso, anche l’Italia è stata condannata dalla Corte di Strasburgo per l’episodio risalente al 2009, nel quale 200 persone di nazionalità eritrea e somala sono state riaccompagnate a Tripoli dopo essere state intercettate a largo delle coste di Lampedusa. La condotta attuata in quel periodo dal governo Berlusconi violava in maniera esplicita le disposizioni della Convenzione di Ginevra, calpestando i diritti di popolazioni provenienti da zone di guerra, vittime di torture, persecuzioni razziali, religiose e richiedenti asilo. Le testimonianze di alcuni dei duemila migranti che tra il maggio 2009 e il 2010 sono stati rimpatriati in territorio libico in seguito agli accordi tra l’ex Premier italiano Silvio Berlusconi e Gheddafi, sono state raccolte nel film-documentario Mare Chiuso di Andrea Segre e Stefano Liberti, prodotto dall’associazione Zalab.

L’impossibilità di immaginare un futuro migliore per se stesso e per i propri figli, traspare dalle parole di chi ora vive nel campo profughi UNHCR di Shousha in Tunisia. Non vi è solo impotenza, ma anche rabbia nei confronti delle autorità italiane protagoniste di episodi di intolleranza e braccio operativo della politica di respingimento.

Mai più respinti – In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, Zalab insieme ad Open Society Foundations e Amnesty International Italia organizzeranno proiezioni di Mare Chiuso nei cinema, università, scuole, piazze, teatri. Finora sono più di 80 le proiezioni in programma per il 20 giugno in tutta Italia; Roma, ad esempio, ospiterà il docufilm presso lo spazio Arci, Forte Fanfulla. Per sensibilizzare l’opinione pubblica circa le pratiche di respingimento, per chiedere al governo italiano di impegnarsi ufficialmente nella campagna No More Push- Backs.

Fonte foto: http://marechiuso.blogspot.it/2012/05/mai-piu-respinti.html


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