Gianluca Buonanno, onorevole ma non troppo

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di Fabio Grandinetti

Il titolo di Onorevole spetta di diritto a qualsiasi membro del Parlamento italiano, indipendentemente da tutto, dal suo passato, dalla sua condotta, dalle sue convinzioni. Un’affermazione ovvia, come ovvio sarebbe constatare che l’assegnazione del titolo abbia oramai smarrito ogni legame con la realtà. Non si vuole certo proporre una ridiscussione del titolo, da più parti svilito e rinnegato, ma l’accostamento tra la parola onorevole e il nome di Gianluca Buonanno denuncia a pieno come a volte la lingua italiana e le espressioni di cui si serve il linguaggio comune possano svuotarsi di ogni significato.

A Gianluca Buonanno, deputato leghista dal 2008, ex militante missino e An, già sindaco di Serravalle Sesia e Varallo, vicepresidente della provincia di Vercelli e consigliere regionale in Piemonte, vanno riconosciuti coraggio e coerenza. Dalla provincia padana agli scranni di Montecitorio il suo modus operandi non è cambiato. Nel corso del sua carriera da amministratore locale Buonanno si è reso protagonista di audaci azioni politiche: dallo sconto del 50% sul Viagra ai cittadini di Varallo alla dieta a premi per gli abitanti in sovrappeso, dal divieto per burqa e vu’ cumprà con tanto di cartelli all’ingresso della città alle multe per le bestemmie contro la religione cattolica, dal manuale per la separazione regalato alle giovani coppie sposate ai vigili di cartone per scoraggiare gli automobilisti.

Divenuto esponente nazionale della Lega Nord la raffinatezza e l’acume politico di Buonanno non potevano certo passare inosservati. Agguerrito portatore delle istanze territoriali sul palcoscenico della politica nazionale, ha esposto con passione ed orgoglio le proprie convinzioni su immigrazione e diritti  degli omossessuali, soprattutto dagli studi televisivi di Barbara D’Urso, cui a tal proposito va un sentito ringraziamento, e ai microfoni della trasmissione radiofonica La Zanzara. Proprio conversando con Cruciani e Parenzo aveva affermato: «Perché il Grana Padano si chiama così e perché esiste il Gazzettino Padano? Se c’è questa terminologia significa che la Padania esiste». Difficile replicare.

L’ultimo capolavoro firmato Buonanno risale allo scorso 3 luglio quando, in occasione della discussione sulla legge delega al governo in materia di pene detentive non carcerarie, il deputato leghista si è rivolto così ai colleghi di Sel: «hanno altre idee molto più importanti secondo loro di quello che riguarda la sicurezza dei cittadini. Per loro è importante vedere se c’è il matrimonio tra lo stesso sesso, se c’è l’adozione tra lo stesso sesso, per cui invece di chiamarsi Sinistra e Libertà si chiamassero Sodomia e Libertà». Anche qui il ragionamento non fa una grinza. Dopo aver invaso i banchi del governo esponendo un cartello con la scritta «Il governo libera i pedofili» Buonanno è stato inspiegabilmente allontanato dall’Aula.

Se le vicende del “Borghezio della Valsesia” non sfiorassero il ridicolo ci sarebbe da indignarsi, ma si sa, in Italia la soglia del pudore è altissima. Più che lo sdegno, i sentimenti dominanti sono quelli della pietà e della commiserazione verso un Paese vittima e artefice di una spaventosa arretratezza culturale.

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