Amarcord: il pianto greco a Usa ’94

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Nessun appassionato di calcio potrà mai dimenticare l’exploit (ancora oggi per molti versi inspiegabile) della Grecia agli Europei del 2004, quando una nazionale all’apparenza di medio livello riuscì addirittura a vincere il torneo. In pochi, però, forse ricordano che esattamente 10 anni prima, gli ellenici si erano resi protagonisti di un’avventura tutt’altro che memorabile ai mondiali statunitensi.

Usa ’94 è la prima fase finale della coppa del mondo con 32 nazionali partecipanti, con la conseguenza che rispetto ai mondiali precedenti ci sono ben 8 posti in più da conquistare. Ci prova anche la Grecia che alla vecchia Coppa Rimet non è mai approdata e che nel suo palmares ha solamente la mediocre avventura agli Europei italiani del 1980, chiusa con due sconfitte, un pareggio (seppur prestigioso con i futuri campioni della Germania Ovest) e l’eliminazione al primo turno. In pochi scommettono sulla qualificazione degli ellenici, guidati in panchina da Alketas Panagoulias, lo stesso commissario tecnico dei citati Europei dell’80. I greci sono squadra solida, ordinata, senza stelle ma con un buon collettivo ed un’ottima struttura difensiva, tanto che rimarranno imbattuti per l’intero girone di qualificazione. Il 23 maggio 1993 l’1-1 ottenuto in Russia consegna alla Grecia la prima qualificazione ai mondiali, mentre il successivo 17 novembre la vittoria contro gli stessi russi regala agli ellenici anche il primo posto nel girone, chiuso pure con l’imbattibilità. E’ festa grande in tutta la nazione, perché è vero che il raggruppamento promuoveva due squadre e che, Russia a parte, Islanda, Ungheria e Lussemburgo non rappresentavano uno spauracchio per i greci, ma è altrettanto evidente che la squadra di Panagoulias abbia comunque compiuto un’impresa, considerando organico ed esperienza.

A dicembre del 1993 si svolgono i sorteggi dei gironi mondiali e la Grecia viene inserita nel gruppo D assieme ad Argentina, Bulgaria e Nigeria. A vederlo oggi, ovviamente, il gruppo sembra impossibile da superare, ma quando si scoprono le urne, Argentina esclusa, dei bulgari non si sospetta minimamente l’ambizione di arrivare addirittura in semifinale, e dei nigeriani (all’esordio mondiale come la Grecia) si sa poco o nulla. “Siamo qui per giocarci le nostre carte“, afferma sicuro Panagoulias alla vigilia dell’esordio della sua nazionale ai mondiali che avverrà il 21 giugno 1994 a Boston contro l’Argentina. E’ la famosa partita del gol di Diego Armando Maradona (l’ultimo per lui nella coppa del mondo) con successiva corsa ed urlo rabbioso contro le telecamere, ma è anche la partita che certifica la pochezza della Grecia, sgretolata dopo appena 2 minuti dal gol di Batistuta che raddoppierà a fine tempo. Il centravanti della Fiorentina segnerà anche nella ripresa completando la sua tripletta a cui si aggiungerà il suddetto gol di Maradona per il 4-0 finale a favore dei sudamericani. Una gara storica per Maradona e per la Grecia, nonché per lo stadio Foxboro che conserva ricordi lontani anche oggi che è stato demolito e sulle cui ceneri è nato l’attuale Gillette Stadium.

Dopo lo 0-4 con l’Argentina, gli ellenici sono chiamati al riscatto contro la Bulgaria che all’esordio ha perso nettamente contro la Nigeria per 3-0. Chi perde, insomma, dice addio a Usa ’94, ma anche il pareggio rischia di compromettere il cammino di entrambe. Si gioca a Chicago, è il 26 giugno, e anche stavolta per la Grecia si mette subito male: un rigore regalato ai bulgari e trasformato da Stoichkov dopo 5 minuti spiana la strada della disfatta ai greci che perderanno nuovamente per 4-0, mostrandosi molli, impacciati e mai realmente combattivi, rinnegando tutte le caratteristiche che li avevano fatti ben figurare durante le qualificazioni. L’eliminazione è ormai aritmetica e gli ellenici provano a salvare il salvabile nell’ultima gara, in programma a Boston il 30 giugno contro la Nigeria. Ma le motivazioni e la forza degli africani mettono fuori causa una Grecia già frastornata dalle due batoste precedenti: con facilità disarmante, i nigeriani vinceranno 2-0 andandosi a prendere la qualificazione agli ottavi di finale addirittura da primi in classifica e relegando i greci a peggior squadra del torneo con 0 punti in 3 partite, 0 gol fatti e ben 10 subìti.

Bastano i numeri a parlare per la disastrosa spedizione americana della Grecia che prima di imbarcarsi per Atene legge sui giornali il curioso record di cui è protagonista: il commissario tecnico ellenico ha infatti schierato tutti e tre i portieri a disposizione (Minou, Karkamanis e Atmatsidis), evento rarissimo. Un’avventura deludente e poco onorevole, sovvertita poi dall’incredibile vittoria agli Europei del 2004. Per rivedere la Grecia ai mondiali, invece, si dovrà aspettare il 2010 (eliminazione al primo turno anche stavolta) e poi il 2014 con storico approdo agli ottavi di finale. Difficile dire a quali Dei della mitologia greca si sia affidata la nazionale nel 2004, più facile intuire che nel 1994 anche nell’Olimpo avevano altro a cui pensare.

di Marco Milan

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